mercoledì 29 agosto 2012

VIAGGIARE È UN PO' (MA VERAMENTE POCO) TORNARE: APPUNTI DISORDINATI DI VIAGGIO BREVE

Madonna quante ore sono? 14 andata 14 ritorno? 26 ore?! Ah no. 28 ore?!; ah vabbè sono abituato ai bus in Argentina; cazzo hanno sbagliato (LORO SIA BEN CHIARO) a farmi il biglietto; scendere dal bus pronto alla partenza; sono un coglione; perdere il biglietto e trovarlo per terra sul marciapiede; sono un coglione; oooooo si parte; ascolto I-Pod; apro l'agendina, la guardo; chiudo l'agendina; ma mettono sempre lo stesso film, come in Argentina?; ho sonno, dormo; mi sveglio, ndò cazzo sto?; Murcia, sette anni fa, prima volta in Spagna, ricordi di vera spensieratezza, di zarangollo, di assurro, di El Palomo e di Badulake; Elche; Alicante e l'isoletta con i locali; Benidorm, che schifo Benidorm; Valencia, Valencia 20 minuti dopo 4 anni, cazzo, quanto sei bella Valencia, gente, sole, ping pong, prati, bici e Turia; il Nou Mestalla è rimasto a 4 anni fa; ci sto ancora sotto per Valencia, tornerò, proverò utopicamente a viverci (seeeeeee, ma quando?); tramonto; ri-sonno; ndò cazzo sto?; area di servizio Tarragona, incrociamo autobus diretto in Marocco; Barcelona-Real in radio; mezzanotte, Barcelona; Taxi per la Barceloneta; Oh Jò; “aò ma sei proprio un cojone”; che schifo; casa in disarmo pre-trasloco; pasta fredda; Festa Saints in un parco; Beverly Holes; “Bella Brendonè”; 6 di mattina; sveglia alle 3; Playa de San Miguel; giochiamo a pallone con dei senegalesi a caso per 2 ore; ahia il ginocchio; mi tieni lo zaino?; ciao Bibi; bombardoni in spiaggia; in ciabatte a zonzo; mi allungo su un prato all'inglese; Gotico, Rambla, Raval con I-Pod, penso; panino zozzone buono da L'andaluz, Rambla de Raval (consiglio, andateci); acido lattico, non mi sento i piedi; “ahò avemo svoltato la serata”; francesi ventenni ubriache; non abbiamo svoltato la serata; Ri-Festa a Sants; bordello allucinante; “fregno questa sì che è una festa, altro che in Italia”; litro di birra a 4 euro; bombardoni; Ehi Chipirron; sfatto; sveglia; me parlano solo in catalano; adéu; giro con Sabrina; birra? No grazie; scorci non turistici; birra? No grazie; El Born; birra? No grazie; che romantica Plaza de Sant Felip Neri; birra? No grazie; verdure fritte; Parc de la Ciutadella; birra? NO! Sicuri? Birra? NO!; “aò bella ve raggiungo”; giri di bevute offerte in vari bar; Bar di Manu Chao senza Manu Chao; mojito; birra? No grazie; ri-magno allo zozzone; birra? Ne ho già una. Un'altra? NOONE!; rissacchione; bir..., quanti cazzo di venditori di birra per strada ci sono a Barcelona, non potevano esportarne una decina a Bologna?; tuona; finalmente fresco; residui di cubate a casa; ultime puntate di Malviviendo; crollo; sveglia; ciaciacia; vedere tutto in 3 ore; Sagrada Familia, Casa Battlo, Parc Guell; Nou Camp o Gracia? Camp Nou non ho tempo; 5 minuti intorno al Camp Nou solamente per poter dire un giorno: “io il Camp Nou l'ho visto”; non haaaai visto il Montjuic?! Vergogna!, fa niente tanto ci torno; Cristo perdo il bus; preso per un pelo; I-Pod scarico, bestemmie; ci sono le partite, c'è la linea wi-fi sul bus, incredibile; ho il cellulare con internet, lo scopro dopo 8 mesi; la linea e/o il mio cellulare va/vanno di merda; ndò cazzo stiamo? Ah alla stessa area di servizio dell'andata; cazzo perdono tutti e due (Roma e Pescara), imprecazioni; la cicciona dietro di me vomita in una busta; pareggio e sconfitta, ora posso dormire; mi sveglio, ridormo mi risveglio; altro film de merda; 800 fermate in posti assurdi; ripassiamo a Valencia ma è notte, non vedo nulla; dormo, ho le lenti, le tolgo con le ultime forze; ridormo sto scomodo, mi sveglio; ritardo di un'ora, tanto abbiamo fatto 28, facciamo 29 ore; arrivato sano e salvo; casa; metto Barna tra i posti da rivedere per ulteriori approfondimenti utopistici/di vita (seeeeeeee ma quando?).

lunedì 20 agosto 2012

Momenti di Gloria - il pagellone olimpico (seconda parte) - Saeid Mohammadpourkarkaragh e i suoi fratelli

"io spaccarti studio di merda"

Pallamano: vincono la Norvegia in campo femminile (a quanto pare i norvegesi fanno altri sport oltre lo sci di fondo) e, in quello maschile, la Francia che rappresenta l'equivalente pallamanistico (si scriverà così?) della Spagna nel calcio .e vanta tra le sue fila psicolabili di tutto rispetto.
Emozionante, per quanto possa emozionare un italiano cresciuto a pane e calcio, i quarti Francia-Spagna, risolti all'ultimo secondo da un rocambolesco (scusate per il termine Pizzulesco) gol francese di William Accambray, di cui ignoro vita, morte e miracoli.

Hockey su prato: sport più o meno rassomigliante, come dinamica, al calcio. Si gioca in 11 contro 11, il campo è appena più piccolo di uno calcistico, ci sono i falli, i cross, le punizioni, i portieri, ma non il fuorigioco.
Cosa sorprendente, a differenza dell'hockey su ghiaccio, in cui mi rincoglionisco cercando di focalizzare il disco, si vede la pallina, che ha le fattezze di quella di gomma che tiri ai cani.
Fatto sta che a Londra i fatti salienti (cioè i vincitori, Germania/maschile e Olanda/femminile) passano in secondo piano, quando in Spagna ti bombardano con le immagini di Pol Amat (credo la stella spagnola), infortunato causa cartone sulla spalla da parte di un australiano. Addio sogno olimpico.
Tristezza.
Ma, bando allo scoramento, rifacciamoci un po' gli occhi con Las Leonas.

Judo/Taekwondo: botte, atterramenti, calci volanti, diverse categorie di peso, giudici/segnapunti, ippon, democrazia sportiva (anche la Mongolia e il Gabon sono andate a medaglia nel taekwondo).
Come spiegare in una dozzina di parole sport millenari.

Pentathlon moderno: unico sport che non ho mai visto, ma mai proprio. Le discipline, che non c'entrano nulla l'una con l'altra, sono tiro a segno, nuoto (che nuoto? Dorso? Rana? Stile libero?), scherma, equitazione e corsa (che corsa? N'do corrono?). Il problema è che sono sport sfigati, televisivamente deboli, con pochi praticanti e meno pubblico.
Io proporrei, così, per movimentare la questione: sparare cavalcando, fare scherma sott'acqua (risparmiando sui rallenty), correre con la maschera da scherma evitando quelli che sparano cavalcando.

Vela: ricordare le categorie olimpiche della vela è una vela impresa.
"Campione olimpico! Forza Austr... Pluf!"
La Classe Laser, la Classe Star, fino ad arrivare alla Classe Tornado, non sono le evoluzioni della Classe A della Mercedes, perché in questo caso la classe è acqua.
La classe è cosi (in) acqua che Tom Slingsby, vincitore di qualche Classe, tipo la Classe Figura di Merda, festeggia cappottandosi in acqua con tutta la barca.
Cose da far accapponare la pelle a puristi come me e Cino Ricci.

Tiro: aspettando quello alla fune, che meriterebbe maggior rispetto (comunque sport olimpico fino al 1920), qui si parla di carabina, pistola e tiro a volo.
N'zomma, si spara. In piedi, allungati, seduti, aspettando il piatto.
E, come volevasi dimostrare, negli sport più inutili e violenti, noi facciamo la voce grossa.
Se non altro chi vince è degna di stima: Jessica Rossi, 20 anni, prima nel trap femminile con record juniores, olimpico, mondiale e del condominio: Essendo di Crevalcore, ha dedicato l'oro a tutti quelli che come lei vivono nelle zone terremotate.
Occhio, per chi abbia velleità amorose, a non farla incacchiare. Prendersi, durante un litigio, i piatti più una schioppettata (la forza dell'abitudine) non è mai bello.

Nuoto: la Pellegrini ha fatto schifo. Vero. E' antipatica. Vero. “Potrebbe pensare più a nuotare che a fare pubblicità”. Vero. Ma anche no.
Essere al top dopo 4 anni, confrontarsi con nuove avversarie e mantenersi a livelli da record del mondo è estremamente improbabile.
Basta guardare la fine della Manadou.

Magnini, invece, pippa era, pippa rimane. Ha vinto sì un Mondiale, ma l'ha vinto sette anni fa. Non è una sorpresa che non sia arrivato in finale.
Certo, poi il teatrino del reciproco scambio di accuse sulla preparazione sbagliata è triste e stucchevole. E non capisco come Magnini, dall'alto di non si sa cosa, si permetta di criticare i suoi compagni di staffetta.

Resta il fatto che qualcuno non è rimasto sui livelli spaziali di 4 anni fa, ma sempre un Campione rimane.
Michael Phelps.
Dopo le prime batoste, tutti a gufare sulla sua completa “abdicazione”: invece, ti va a vincere i 200 misti e i 100 farfalla, oltre due staffette. E con queste fanno 68 medaglie vinte alle Olimpiadi.
Il Campione si vede nelle difficoltà, nel perdere, nel come perdere e soprattutto nel come rialzarsi. Più che nel stravincere ogni gara.

Le polemiche non mancano con l'oro della sedicenne cinese Ye Shiwen, che negli ultimi 100 metri dei 400 misti, è andata più veloce di Phelps e Lochte. Dalla prossima estate, il traghetto per le Tremiti lo traìna lei.
Ma lo stupore per i risultati clamorosi cinesi non è cosa recente.
Ogni tanto la storia del nuoto racconta di atleti che escono dal nulla e frantumano ogni record possibile ed immaginabile.

Anche la esile e non palestrata quindicenne lituana Ruta Meilutyte ha vinto, con un tempo da umana, la medaglia d'oro dei 100 rana.

Io a 15 anni nuotavo ancora a “cagnolino”.

Nuoto sincronizzato: il mio rapporto con il nuoto sincronizzato nasce e muore durante i Mondiali di Montreal del 2005, quando vidi, leggiadra, Virginie Dedieu vincere, sulle note di “It's so quiet” di Bjork. Emozioni che nessuna finale all'ultimo sangue di dressage potrà mai darmi.
In questa disciplina, il mio spirito critico/naif da giudice di gara, si è riproposto con presunzione: ho analizzato molto approfonditamente le eliminatorie, con il sopracciglio arquato alla Ancelotti, criticando la non sincronizzazione delle coppie in gara, la coreografia e la musica d'accompagnamento (es:“mmm bella questa musica flamencheggiante, ma non indicata per la coppia austriaca”).
Ho toppato, miserevolmente, tutti i miei pronostici di classifica.

Tennistavolo: l'amato ping pong. Nei Giochi Olimpici sono tutti cinesi.
I cinesi sono (giustamente) cinesi, gli italiani sono cinesi, gli spagnoli sono cinesi, i portoghesi cinesi. Insomma se non sei cinese non sei nessuno. Non ti fanno giocare.
- Buonasera, sono fortissimo a ping pong. - Ah ma lei non è cinese o di etnia mandarina. Almeno è mai stato in Cina? - Ehm no. - Allora niente, vada a fare i Giochi del Mediterraneo, per cortesia.”
Scherzi a parte, le uniche due medaglie non asiatiche, sono due bronzi tedeschi.
Ma non li hanno nemmeno fatti salire sul podio.

Tennis: profanazione del bianco/Wimbledon a parte, sono rimasto anch'io incantato dalle 4 ore e 26 ore della semifinale tra Federer e Del Potro. Forse motivo per cui Roger sia arrivato spompato alla finale con Murray, perdendola 3 set a 0 (cappotto senza combattere, cosa mai successa prima).
Però mi vorrei soffermare sull'inutilità del doppio misto, unica specialità olimpica che non esiste nella realtà. A che pro regalare medaglie così? Perché a questo punto non fare il doppio con manichino? O la gara di ciclismo in graziella con un cane sul cestino?

Triathlon: nuota, vai in bici, corri. E fai tutto di seguito. Auguri.

Pallavolo: “stù sturdillit di Vermiglio!”.
"Mo fà il primo tempo. Ecc li sapev, murato. Ni joc mai con gli opposti"
Il mio volley olimpico si potrebbe riassumere in queste poche parole, incomprensibili ai più, dette innumerevoli volte da mio fratello (appassionato e allenatore di pallavolo) in preda all'odio più atavico verso Valerio Vermiglio, ex-palleggiatore della Nazionale, incapace di variare il gioco (“sempr la veloc fà, ecché ha sbajat, ssù sumar”).
Per la prima in vita sua, visto che non c'era, a Vermiglio non hanno fischiato le orecchie durante un'Olimpiade.
Siamo comunque arrivati terzi, sconfitti, stranamente, da un Brasile stratosferico (sono anni che non li battiamo) che, non so come, ha perso in finale 3-2 contro la Russia dopo aver sprecato 2 o 3 match ball.
In campo femminile solita eliminazione ai quarti per l'Italia contro la Corea del Sud, sospinta dall'opposto/dentista (o igienista dentale, come si usa di questi tempi) Pakka Doo Ikka.

Pallanuoto: qualcosa lo vinciamo sempre, forse perché siamo un popoli di navigatori (oltre che di santi e poeti) e ci piace il mare e il pallone, che insieme fanno la pallanuoto.
Finale, unica negli sport di squadra, per la squadra maschile, sconfitta dalla Croazia di Ratko Rudic, dopo aver battuto i Campioni Olimpionici (Ungheria) e quelli Mondiali (Serbia) in carica.
Forse un peccato aver eliminati i serbi, che avrebbero sportivamente combattuto una tranquilla e decoubertiana finale contro gli amatissimi cugini croati.


Sollevamento pesi: sport drammatico. Due tentativi di suicidio, da parte di un'egiziana e un coreano, che volevano farla finita ribaltandosi col bilanciere. Per fortuna niente di grave.
Ma l'idolo, il personaggio principe di queste Olimpiadi è lui: Saeid Mohammadpourkarkaragh, 19 anni, iraniano.
Bizzarra la sua convocazione.
- Mohammadpourkarkaragh! - Si dica, ci conosciamo? - Sono il selezionatore del sollevamento pesi. Senta, vuole fare le Olimpiadi? Con il suo cognome andremo dritti dritti verso la colonna di destra di Repubblica. - Perché no, in fondo se mi dice culo un servizio su Studio Aperto non me lo toglie nessuno.”

Lotta greco-romana (in inglese wrestling): alla lettura, sul sito ufficiale di Londra 2012 della parola wrestling, sono stato 5 minuti, basito, a riflettere.
Ma dai, c'è il wrestling.
Un sogno che diventa realtà.
Dan Peterson in telecronaca. Americani scemi con la manona di gomma con il numero 1 e i vari cartelli “Mario (nome fittizio) sucks”. Ultimate Warrior medaglia d'oro, British Bulldog argento e Rey Misterio bronzo.
Poi dopo capisci che sarebbe la lotta greco-romana e il fomento finisce.

venerdì 17 agosto 2012

Momenti di Gloria - il pagellone olimpico (prima parte) - Jesi alla conquista dell'Universo


Nel mio piccolo, ho i miei personali e immancabili momenti di gloria o non gloria olimpici.
Così, per variare, e per far fuoriuscire la mia onniscenza sportiva da tutti i pori, ne citerò alcuni per ogni sport.

Arco: vabbé facile, lo sport per eccellenza dell'uomo qualunque, dove una banda di uomini con la panza vince l'oro a squadre. A me fa impazzire Marco Galiazzo, già vincitore 8 anni fa ad Atene. Se lo incontrassi per strada lo scambierei per uno della Pupa e il Secchione, invece è pluri-olimpionico.
E io no.
Forse perché mangiare arrosticini non è uno sport riconosciuto dal CIO. Anzi, non è uno sport.

Atletica: ampio il panorama, farò più nomi.
Bolt, of course, l'unico che mi ha fatto strillare daaaaajjeeeeee siiiiiiiii (con annessa esultanza alla Terim). Lo amo alla follia, perché non è gonfio come un canotto ed è un “cazzone”, che semplicemente si diverte.
E se perde, perché fa il “cazzone”, non fa drammi.

Mohamed Farah, vincitore dei 5000 e 10000 metri, nato in Somalia, musulmano, tifoso dell'Arsenal, esempio vincente di integrazione.
Cose che noi ci sognamo, ancora concentrati a discutere di Balotelli, che tra le altre cose è nato a Palermo ed è più bresciano di Fabio Volo.

David Rudisha, vincitore degli 800 metri con record del mondo, primo uomo a rompere il muro del 1'40 (e voi direte: “e stì cazzi?”). Va più veloce lui che il 38 barrato.

Manteo (sì, si chiama Manteo e non Matteo) Mitchell, staffettista statunitense della 4X400, ha corso in batteria per 200 metri con il perone rotto. Ma uno come fa a correre con il perone rotto? Non ti viene da mandare tutti a quel paese e tirare testate per terra per il troppo dolore? Ho sempre pensato che solo Daniel-San, con l'indispensabile aiuto del Maestro Miyagi, potesse fare sport con una gamba spezzata.

Valeria Straneo, ottava nella maratona, uno dei miglior risultati tecnici italiani di tutta l'Olimpiade.
Da film americano indie/sportivo (indie nel senso che comunque non vince) la sua storia: inizia a correre a livello agonistico dopo aver scoperto una malattia genetica, la sferocitosi, che modifica la forma dei globuli rossi e causa l’anemia. Non avendo fatto abbastanza il pieno di sfighe, nel 2010 ha ricominciato a correre dopo un’operazione di asportazione della milza. Alla sua seconda maratona si è qualificata alle Olimpiadi.
Esempio, alla Nothing is impossible, di come allontanare da noi stessi i concetti di alibi e avversità.
Brava.


Caso Schwarzer: ha fatto una cazzata, ma almeno ha avuto la forza di confessarla subito, senza manfrine. Ci sono delle regole, se le infrangi paghi. Stop. Lui lo sa.
Basta “sparagli” sentenze addosso.
I bambini, i giovani, non devono essere educati dagli sportivi, per quanto vincenti e con la faccia da bravo ragazzo, ma dalla loro famiglia.

Badminton: sport che in Italia vanta la bellezza di 12 tesserati, sale alla ribalta in queste Olimpiadi per il “biscotto” nel doppio femminile tra le cinesi e le coreane del sud, tutte squalificate immediatamente.
E, si sa, quando c'è odore d'inciucio, in Italia si sprecano fiumi di inchiostro e si usurano tastiere.
Parleremmo addirittura di casi di combine nel badminton.
Ah no, ne abbiamo effettivamente parlato.

Basket: vittoria a sorpresa degli Stati Uniti che, trascinata da giovani carneidi di belle speranze, batte l'altra grande sorpresa Spagna, in una finale inedita.
Che poi la Spagna è protagonista del secondo caso di “biscotto” olimpico, decidendo di perdere deliberatamente col Brasile di Thiago Silva e Neymar, per evitare Gli USA in semifinale.
Purtroppo il basket non ha lo stesso potere mediatico del badminton e di questa storia se ne è parlato poco o nulla.
Peccato che il grande ciclo dell'Argentina di Manu Ginobili e Scola sia finito senza una medaglia.

Beach Volley: qui gioco in casa. L'unico abruzzese alle Olimpiadi, Paolo Nicolai, fino a pochi anni fa lo vedevo allenarsi nel palazzetto del mio paese.
Giocava in serie C di pallavolo, io (giocavo mi sembra una parolona) in serie D di calcetto e mi allenavo dopo il volley.
A 18 anni tirava già così forte in battuta, che in me nasceva un senso di empatia verso il pallone Molten tricolore.
Ebbene, l'unico atleta a Londra che ho mai visto dal vivo, in coppia con Daniele Lupo (perché sennò pare giochi da solo) è arrivato ai quarti, dopo aver battuto negli ottavi i Campioni Olimpionici in carica Rogers/Dalhausser.
Io ho visto solo i quarti, in cui hanno perso. Erano in vantaggio nel secondo set, ho attivato lo streaming, e in tre minuti hanno perso.
Tanta fortuna.

"Ciao Jose, perché combattere, fatti abbracciare"
Boxe: le note dolenti, non nel senso delle mazzate che si danno. Si è parlato molto del furto subito da Cammarelle in finale, ma nell'unico incontro che ho seguito si è fatto molto di peggio.
Parlo dei quarti tra Il Fratello Maggiore Clemente Russo e il cubano Jose Larduet Gomez.
Nella terza ripresa, con Russo in vantaggio in maniera quantomeno discutibile, non si è combattuto. L'italiano ha deciso, in un impeto di affetto, di comportarsi da fratellone maggiore e ha ripetutamente abbracciato il cubano, che, vedendo frustrati i suoi tentativi di dare fuoco alla madre (giuro, ho letto il riassunto della prima puntata di Fratello Maggiore), provava a pestarlo, senza risultato.
Morale della favola: pubblico inglese che urla CUBA CUBA e figura di merda per Russo.
Se lui può cambiare, tutto gli altri non cambiano.

Canoa/Canottaggio: sport oramai orfano della telecronaca di Galeazzi, verrà ricordato per la debacle azzurra. Anzi, ripensandoci, è da quando non ci sono più gli Alè e i 116/118 di Bisteccone che non vinciamo una mazza.
Un misero argento nel due di coppia e polemiche a non finire per il clima pesante che si respirava in ritiro. A farne le spese il C.T. Di Capua, che sinceramente non so se sia il mitico Peppinielllo degli Abbagnale.
La soddisfazione arriva nella canoa slalom, l'oro di Molmenti è l'unico non violento (cioè l'unico ottenuto senza armi) di tutte le Olimpiadi. Per festeggiare ha invitato Flavia Pennetta a cena. Lei ha detto sì.
Mica scemo.

Ciclismo: allora, nel ciclismo su pista vincono gli inglesi. Non sapevo (o mi ero dimenticato di sapere) ci fosse la categoria Bmx, dove spadroneggiano i colombiani (!?).
Nella corsa su strada stranamente ha vinto un ex-dopato.
Ma l'impresa è nella mountain-bike, dove lo spirito fantozziano si è impossessato della bici di Marco Aurelio Fontana da Giussano. Negli ultimi due km il sellino bersaglieramente si rompe, costringendo l'italiano ad un'impresa leggendaria: fare gli ultimi chilometri sui pedali, in salita, dopo aver comunque già battagliato per una ventina di km di saliscendi.
Fenomeno vero, il Ragioner Filini sarebbe stato fiero di lui.

Tuffi: dominano da sempre i cinesi, virtuosi delle piroette e dei carpiati rovesciati con doppio avvitamento. Noi da anni abbiamo una campionessa vera, brava, bella (non è la Pellegrini) che non limona a bordo vasca (l'avevo detto che non era la Pellegrini) col primo tuffatore palestrato ex-isola dei famosi.
Tania Cagnotto, per sua sfortuna, è sfortunata.
Ha perso il bronzo per 20/100 di punto. Non si è lamentata. Ha pianto. Si è sfogata.
E poi ha detto che non fa nulla e che la vita vera è un'altra.
Pare banale, ma immaginate se fosse capitato ad Andrea Agnelli (che potrebbe gareggiare solo a mister sopracciglio). Avrebbe fatto stampare sul costume “terzo sul trampolino”.

Sport equestri: il dressage.
E ho detto tutto.

Iniziate a tremare
Scherma: meno male che c'è la scherma, sennò avremmo la metà delle medaglie.
Ma c'è sempre un mistero che attanaglia la mia mente.
Perché tutte le schermitrici sono marchigiane? Ve lo siete mai chiesti?
A Jesi che mangiano? Nel corredo per i neonati c'è un fioretto?
Nell'ora di educazione fisica fanno scherma? Per saldare usano la maschera da schermidore?
E se le guerre fossero combattute con il fioretto, Jesi conquisterebbe l'Universo?
No, perché dopo un po' due domande uno se le fa.

La vaccata
Calcio: il calcio alle Olimpiadi è come il tamburello: non se l'incula nessuno.
La nota saliente è che il Brasile perde ogni volta in finale.
Però vincono sempre squadre simpatiche (simpatiche a me): Nigeria, Camerun, Argentina e, a Londra, il Messico.
In campo femminile, in Corea del Nord-Colombia, si registra la cappellata dell'anno: sui tabelloni, durante le formazione, appare per sbaglio la bandiera di una Corea a caso, quella del Sud.
Panico ad Hampden: la sempre tranquilla delegazione coreana del nord si rifiuta di scendere in campo. Dopo un'ora, e con la promessa di innalzare una statua di Kim Jong-Il alta 60 metri davanti agli alloggi dei coreani del sud, la partita ha inizio.

Ginnastica (ritmica e artistica): sport bestiale, da Veri Atleti. Sono rimasto sempre affascinato dall'all-around: tutti fanno tutto.
Cioè come se chiedessero a Bolt di correre, poi saltare con l'asta, poi tirare il giavellotto, poi fare il triplo e poi basta, non ce la fai più.
Kohei Uchimora controlla se il suo taglio è simpatico
A Londra ha vinto un giapponese con i capelli simpatici da giapponese, Kohei Uchimura, mentre tra le donne ha trionfato l'americana Douglas.
Degni di menzione l'olandese Zonderland che ha vinto alla sbarra (unica volta che ho visto una finale di sbarra in vita mia) e tutti quelli che fanno volteggio, la disciplina più spettacolare.
Nemmeno da Amici di Maria saltano così.
Intanto, nel corpo libero femminile, si riconsuma la tragedia stile-Cagnotto: Vanessa Ferrari arriva terza a pari merito. Ma per una regola stronza, fatta di coefficienti di difficoltà, la retrocedono in quarta posizione.
Nella ginnastica ritmica, in cui si tirano palle in aria, si roteano nastri danzando e si lanciano claviette stile giocoliere, la squadra femminile italiana vince il bronzo.
In verità erano arrivate quarte, poi i giudici hanno saputo che la Ferrari era sugli spalti e, per farla rosicare ancora di più, hanno cambiato la classifica.

(continua)

mercoledì 15 agosto 2012

Momenti di Gloria - Combo olimpiche

Le Olimpiadi per ogni buon sportinomane sono motivo di gioia e scoperta.
Ogni quattro anni scopro sport che avevo rimosso quattro anni prima, divento giudice di nuoto sincronizzato e ginnastica e mi sorbisco sport televisivamente assurdi, solo per il gusto di vedere lo spirito decoubertiano in azione.
Ora, per ragioni di tempo e di possibilità dell'etere/internet non ho visto molte gare.
Però, dovendo assettare il mio patriottismo sportivo qualunquista, ho creato combo diaboliche alla AlfredoProvenzali per perdermi il meno possibile in quel lasso di tempo in cui ho cazzeggiato spaparanzato sul divano (che ahimè è scomodo, ma questo è un altro discorso):

direttagazzetta+streaming Rai (su qualche sito pirata)+Rtve.

Diretta gazzetta, oltre a vantare una rima di tutto rispetto, mi ha informato sui risultati dell'hockey su prato, su chi ha vinto il bronzo del badminton e su cosa hanno fatto gli italiani in gara.
Non appena leggevo di qualche italiano in odore di medaglia, partiva lo streaming Rai e in unmenchenonsidica, ero sul campo di gara, pronto a commentare acidamente il tiratore che mò sbaj' o i nuotatori che sono dei cessi (su di loro ci ho preso).
Non sono un gufo, sono scaramantico e, in più, ho la sicurezza di colui a cui di base, di vincere più medaglie della Corea del Sud non importa nulla (diverso il discorso calcistico, ho rischiato di sfasciare un telecomando per questo).
In ogni caso, vedere l'atletica commentata da Franco Bragagna ti dà un'altra prospettiva del gesto atletico.

La Rtve, cioè la Televisione di Stato Spagnola, faceva da sottofondo: mediamente la programmazione è quella Rai con al posto degli italiani, gli atleti spagnoli in odore di medaglia (in verità pochi). Quindi mi sono sorbito ore di vela e taekwondo, oltre agli immancabili sport di squadra, terra di conquista iberica.

La differenza sostanziale tra Rai e Rtve è che gli spagnoli utilizzano le quote rose anche per i telecronisti e/o presentatori dei vari approfondimenti.
La maggioranza delle telecronache sono di donne, più competenti dei corrispettivi italiani e, soprattutto, meno faziose e campaniliste dei nostri (senza bisogno di ricorrere alla brillante, nel senso di catarifrangente, Paola Ferrari).
Onore a loro.
Anche perché ho l'incubo ricorrente di vedere qualunque sport con il sottofondo di Collovati o Gentili. A volte, in questi ultimi due mesi, ho sognato D'Amico che snocciola a memoria la formazione della Polonia sbagliando tutte le pronunce.
Poi mi sveglio urlando.

(continua)

"Vade retro Saragat"

lunedì 6 agosto 2012

EEEEEEEEE MARACENA

Il mio rapporto con la Spagna è a scadenza olimpica: ci vado a vivere ogni quattro anni.
Mi trovo catapultato qui causa Progetto Leonardo e, per lo meno fino al 21 ottobre, non mi schioderò da Maracena.
Fino a due settimane fa, Maracena significava per me mia madre che sbaglia la pronuncia di macarena.
Invece, per coloro che non lo sapessero, cioè tutti, Maracena è l'estrema periferia di Granada.
Praticamente, se avessi fatto il Leonardo a Bologna, avrei abitato a Granarolo, se mi avessero mandato a Pescara avrei vissuto a Collecorvino (nemmeno a Montesilvano) e via dicendo.
Il paesino è un paesino (dormitorio) tipico: non c'è nulla, non ci sono monumenti, la vita scorre tranquilla, ci sono i matti del paese (qua ha anche due cani), i vecchi si siedono sulle panchine a guardare la gente e a fare commenti del tipo ssi giuv'n di mò nin tenn 'cchiù rispett, i coatti con le macchine truccate sgommano e tirano il freno a mano con la musica ad alto volume  e, in generale si respira un clima di cordialità e cortesia.
Insomma, la provincia.
Se non fosse che qui la gente ha voglia di uscire, di sedersi la sera anche solo per prendere una birra, una tapa, di fare due chiacchiere.
Silvio direbbe Spagna in crisi? I ristoranti sono pieni; effettivamente la situazione è drammatica, ci sono proteste e scioperi ogni giorno e la disoccupazione è a livelli ben più peggiori che da noi, ma, come dicono da queste parti, piuttosto che bere tre birre ne beviamo una.
Non piangersi addosso, essere positivi, comunque godersela nelle possibilità.
Guardo tutto ciò con gli occhi dell'uomo qualunque, del neofita, come prime impressioni guardinghe e inevitabilmente superficiali. Fra una decina di giorni, quando inizierò a lavorare (presumo in una casa di produzione), mi farò un'idea più precisa.
Per ora, la mia idea, una sorta di auto-convincimento magari sbagliato, della “forma mentis”, dello stile di vita della provincia spagnola, mi è da sprono e mi fomenta per il futuro.
Anche se tutti mi hanno detto che cazzo vai a fare in Spagna.
Anche se quando mi affaccio non vedo l'Alhambra, ma il campo sportivo di Maracena.
Anche se non ho il telecomando (e quindi il televideo) e per cambiare canale devo alzarmi dal divano.
Anche se la mia dieta anti-carboidrati si andrà a farsi benedire.
Anche se dopo questi tre mesi tecnicamente non ho ancora un futuro certo.

Ma chi lo ha.



domenica 5 agosto 2012

INCIPIT


L'altroieri, sopraffatto dall'afa pomeridiana, ho deciso di aprire per la sessantesima volta un blog.
Spiaggiato sul letto, e colto da improvvisa illuminazione, ho pensato che forse la fase di cambiamento che attraverso meriti di essere irradiata sul web.
Anche perché ho voglia di scrivere, almeno dall'altroieri (ma potrebbe durare fino a domani).
La classica rottura tra passato e presente per me è rappresentata dalla morte di Mister Wiggles, orsacchiotto-fumetto stronzo e maniaco, conosciuto in Italia per le sue strisce su Internazionale.
Pochi giorni dopo cotale tragedia, muore “a'unisono” l'orsacchiotto che è in me.
Detta così è inquietante.
Ma metaforicamente, come una liberazione, uno dei 700 soprannomi che mi porto dietro non ha più ragione di esistere.
Addio Mister Wiggles.