mercoledì 25 dicembre 2013

COME PASSI IL NATALE?

La (s)fortuna di avere una Mammuzza maestra è quella che ti conserva tutti i quaderni di scuola, dal primo anno di asilo fino all'ultimo anno di superiori.
In uno di questi, ho scovato questo compitino. Correva l'anno boh 1993 o 1994.

Compito: come passi il Natale?
Svolgimento

A la casa mia il Natale è una cosa seria e un impegno fisico che ti struppìa.
Mi sveglio la mattina, vedo che cosa mi ha portato Babbo Natale anche se so che Babbo Natale non esiste. Questo anno mi ha portato un giochetto del calcio per il Mega Drive che mi piace molto giocarci. Appena scarto il regalo io ci voglio giocare ma mia madre mi prende per una recchia e mi costringe ad andare a messa con lei e papà.
Per fortuna andiamo all'ultima messa della mattina, perché don celeste ha fretta e vuole mangiare pure lui, quindi ci mette venti minuti. Io nemmeno riesco a dire agnello di dio che togli i peccati del mondo perché va troppo veloce. Meglio così che sennò mi annoio.
Di solito andiamo a mangiare dalla mia zia sardagnola con molti altri zii, ognuno dei quali ha tanti figli, e questi figli hanno tanti fidanzate o fidanzati o amici o gente che io non ho mai visto ma che mi riconosce dicendo tu sei il piccolino della casa, e io penso come fa a conoscermi che ne so, quindi siamo quasi trenta persone. A volte è fregno perché viene pure gente straniera, ma propria straniera che non è italiana, tipo dell'Australia, dell'Argentina, del Belgio e io penso che è bello che così conosco gente di altri paesi che non ho mai visto.
Appena arrivo lì, ci sta il mio zio quello che è appena tornato dall'Australia che mi chiama fischietto che fa un sacco di bordello, strilla a tutti che dobbiamo fare l'aperitivo. Io non so nemmeno cos'è l'aperitivo, penso tipo che bevono tutti lo spumante e brindano. Mia madre dice che devo dare gli auguri e due bacetti a tutti ma a me mi fa un po schifo e mi vergogno pure.
Io mi siedo vicino alle mie due cugine della mia età e mangiamo il brodo con il cardone, l'uovo e le pallotte di carne macinata, poi il timballo che fa mia madre che ci piace a tutti quanti poi i tortellini, poi l'agnello con le patate, il polpettone e le verdure che io non voglio mangiare ma poi arriva o mia zia o mia madre e mi tirano un coppino sullo scozzetto e io zitto e mangio. A me piace il pollo fritto che fa la mia zia che è appena tornata dall'Australia, ha la farina speciale fatta apposta, dice che una volta la hanno fermata i doganieri e pensavano che aveva la droga e mia zia ha detto ma che v'avet mpazzit quess è la farin.
Di solito a pranzo si parla o di pallone o di politica.
Se parliamo di pallone diciamo male alla juventus, sennò prendiamo in giro il cagliari perché mio zio ci si arrabbia e noi lo facciamo apposta.
Se i grandi parlano di politica allora mio papà si incazza con tutti quelli che dicono bene a berlusconi, inizia a strillare e a dire che non gli devono votare che quello è un ladro, ci frega i soldi e che deve stare in galera e a chi dice che berlusconi è bravo risponde che è un berluschino.
Ajò Zia!
Io e gli altri miei cugini ridiamo perché ci si arrabbia troppo, urla, sbraita e dice nooooooo allora nin zi capit niend poi interviene mia zia a cui io rifaccio la parlata, tipo quello di mai dire gol, nico il sardo, che gli dice tommaso calmati e mio padre dice eh vabbone e si calma.
Poi devo dire la poesia di Natale a campanella e gli zii mi danno 10000 lire e anche se sono oramai un ometto la dico lo stesso così poi con i soldi mi posso comprare il mammoccio dei cavalieri dello zodiaco.
Una volta è venuto un vucumprà e mia zia gli ha detto vieni a mangiare con noi. Quello si è seduto e ha mangiato ma non capiva una parola. Mio zio ha chiesto scus di ddò è e gli hanno detto Umbè è della Nigeria e lui ha detto Imperia? Allora gli ha parlato due ore in dialetto pescarese e quello faceva si si con la testa ma secondo me non capiva niente, poverino. Comunque era felice di poter mangiare con tante persone, pure se stava lì come un baccalà.
Quando finiamo di mangiare i vecchi giocano a ramino. Sembrano quelli dei film western che si guardano senza dire una parola, poi una dice ho chiuso! E l'altro zio dice Terè ma vaffangul e ridono come scemi.
A me fanno giocare al Mega Drive anche perché sono forte. A sensible soccer vinco sempre ma quando gioco con mio fratello lui mi minaccia perché è cascettone e mi dice che se segno poi a casa mi prende a mazzate e io arrivo davanti alla porta e poi torno indietro, così non mi vatte come un sale.
Poi giocano ai giochi di società o a subbuteo ma io sono troppo piccolo e non mi fanno ancora giocare. Guardo e rido degli altri che ridono e si prendono in giro. Giocano a Risiko, Shogun, quel gioco che ha inventato mio cugino che ha rifatto il giro d'italia, oppure ai giochi che devono ammazzare i mostri.
Poi il pomeriggio viene gente che viene a fare gli auguri, poi mangiamo i bocconotti e i parrozzini e le mie zie riiniziano a cucinare per la sera. Una volta una zia ha bruciato i facioli che stavano al camino e mio zio si è arrabbiato e ha strillato Marì j mi ni vaj a lu ristorant li faciul ni mi l'adiv brucià e noi facciamo l'imitazione perché c'erano tante cose da mangiare ma mio zio voleva solo i facioli.
Poi giochiamo a tombola, ma però ci mettiamo tanto tempo per una partita perché mio padre ogni numero dice 77 le gambe delle donne, 90 la paura e 69 gnè li mitt li mitt e tutti ridono, poi ci stanno qualche zio e qualche zia che non sente e ci vuole l'amplifon quindi strillano tutti e allora dicono strillate j ni capisc nind cacciate fuori la voce e chiedono è uscito il 57 no e non è ancora uscito e non si capisce nulla. Quindi chi fa tombola poi magari non lo fa tombola.


"Oddì chi num'r avit dett lu sessandun? non lu sittandun"


Poi c'è la messa del pomeriggio e le zie costringono chi non è andato la mattina ad andare. Io per fortuna ci sono stato e mi posso fare lo svelto con chi non ci è andato come la mia cuginetta. Chi prova a non andarci prende il cazziatone insieme di mia madre e le mie zie che dicono che festa è natale tu non vai a scuola ed è vacanza e quindi devi andare a messa per forza, sennò gesu bambino piange.
Poi rimangiamo come gli scroffelloni, mia madre dice oddì mi devo mettere a dieta ma tanto poi so che non lo fa e io e gli altri mangiamo veloce che dobbiamo giocare al mega drive, poi i grandi si mettono a giocare a poker e fumano come i turchi, si giocano i soldi e di solito vengono gli amici dei miei cugini e vincono. Quindi i miei cugini e mio fratello dicono cullù ni li chiamem cchiù e poi puntualmente lo richiamano. Io guardo ma non mi piace tanto, mi leggo i topolini o i dylan dog di mia cugina dove ci stanno i mostri che tagliano la coccia alla gente, quindi mi inizia a gabbare il sonno e mia madre mi dice arivì a casa ma io le dico che aspetto mio fratello e lei dice che per massera va bene.
A me il Natale piace perché posso fare tardi la notte per un giorno.
A me il Natale piace perché tutta la famiglia sta insieme e scherziamo e giochiamo sempre, grandi e bambini. Tutti ci dimentichiamo di tutto e vedo i parenti che vedo poco durante l'anno.
Io spero che dura ancora tanti anni perché il tempo sembra che non passa a Natale. Pure quando divento grande e gli altri che ora sono grandi diventano vecchi.”


Il mio concetto del giorno di Natale è sempre stato questo.
Il rifugio di una Grande Famiglia, a volte allargata, a volte un po' più stretta.
Ma, da sempre, una Vera Famiglia.

Che ha la necessità di viversi un intero giorno all'anno.