giovedì 8 gennaio 2015

CHARLIE RIDE LA VITA

"Se hai paura di una vignetta, allora il tuo profeta deve essere un nano".
S. Charbonnier

Sto qui come un baccalà a riflettere, seduto in poltrona e fisso la caldaia in cerca di un'ispirazione. Più che altro mi chiedo perché due tizi in nome di una religione entrino in una redazione di un giornale e ammazzino gente a caso (così a caso che hanno ammazzato pure uno che era lì in visita di, uhm, piacere).
L'undici settembre, Atocha, la metro di Londra, Breivik (che, per la cronaca, era norvegese, bianco che più bianco non si può e vagamente nazistello) mi colpirono, ovvio: la strage in sé, l'alto numero di vittime, la spettacolarizzazione dell'evento, il terrorismo, i bordelli che ne sono seguiti.

Stavolta è diverso.

E non è perché si colpisce la libertà di stampa. Quella viene colpita ogni giorno, molto più banalmente con stigmatizzazioni e querele, con dichiarazioni “bulgare” o con il menefreghismo. Cioè pure a me Libero e Tuttosport fanno schifo però, boia, ci sta che qualcuno scriva cose che non condivido (e per le quali col cazzo che morirei per fartele dire, te le farei dire e poi prrrr pernacchia), ma di certo non entro nella sede di Tuttosport urlando Chiellini è uno stronzo e sparando sui giornalisti (due portapenne della Juventus li spaccherei, sì).

Qui hanno ammazzato (o provato ad ammazzare) la satira, più universalmente l'ironia e il sarcasmo.

Secondo la Treccani l'ironia ha lo scopo di deridere scherzosamente o anche in modo offensivo, di rimproverare bonariamente, di correggere, e può essere anche una constatazione dolorosa dei fatti, di una situazione, ecc.. Stringendo, serve a pijà per culo.
Riferendosi al teatro greco, l'ironia tragica si riferisce al presagio della catastrofe, che sembra essere contenuto nelle parole, dette senza intenzione, di un personaggio.

Ieri si è assistito a questa altra declinazione dell'ironia: poche ore prima dell'attentato, su Charlie Hebdo è apparsa questa vignetta:




Sono una persona ironica, forse troppo, quando stimo qualcuno, quando mi piace umanamente un'altra persona spesso la prendo per culo: è un mio segno d'affetto, è un sotteso giudizio positivo.
Magari dico con spavalderia ma come cazzo te vesti? Chi sei, Sbirulino? e semplicemente significa che stile sofisticato ma allo stesso tempo non pretenzioso che hai, cioè sei ganza abbestia (a volte, invece, te vesti proprio come Sbirulino).
Se non stimo qualcuno, se c'è una situazione pesante o che non mi piace, la esorcizzo, non le do importanza, la rendo surreale e la rido. Si, non è un errore, la rido.

La vita la rido.

Mi piace ridere e scherzare su tutto. A volte mi alieno dalla realtà per questo.
Non ho tabù ironici, non esiste su quello non si scherza, il dramma si vive anche male (sono il primo che lo fa), ma per superarlo si sdrammatizza.

Charlie Hebdo è un giornale dissacrante. Charbonnier, Wolinski, Cabu e Tignous erano quattro stronzi, orgogliosi di esserlo, che se ne fottevano di essere corretti.
Volevano divertire e dissacrare simboli, soloni vari e (dis)onorare altri stronzi, più potenti di loro, con l'ironia, con il sarcasmo.
Perché la vita la ridevano.
Stavano sulla minchia a chiunque: destra, sinistra, centro, magistratura (che li ha fatti chiudere un paio di volte), stavano sulla minchia pure a concetti astratti quali pudore e decoro e, financo, ad alcuni fatali ambienti religiosi.

Ora vengono martirizzati. Chissà quanto hanno fatto rodere il culo ad Hollande, Sarkozy, Mitterand, De Gaulle, Giscard d'Estaing e compagnia cantante.

Al di là della matrice pseudo-islamica, che per quanto mi riguarda è semplicemente fascista (nel senso più ampio del termine), leggo i soliti 50000millemila commenti dell'evento terroristico spettacolare e spettacolarizzante, di testa e di pancia, nel senso di basso ventre, quello che prelude alla cacata scritta.

C'è quello razzista, chiaramente argomentato alla grande, E SO' SEMPRE L'ORO I IMMIGRATI (erano francesi), ANDATE A LA CASA VOSTRA, oramai un grande classico per grandi, piccini e salvini (in Italia il top sarebbe Balotelli che si arruola nell'Isis, il sogno di ogni leghista/razzista).
L'immancabile analisi politica con exit poll immediato essè mo vince la Le Pen (o Salvini).
L'assediato catastrofista che pensa che ora inizi la guerra santa, circa un millennio dopo l'ultima.
Quello che scrive la frase ovvietà del giorno da Grazie al cazzo.
Quello che smentisce le prime tre categorie e che in generale smentisce la linea editoriale mainstream del momento.
Quello che rismentisce quello che smentisce, e cosi via. Alla fine non sa nemmeno più cosa smentisce.

Io stesso non ne sono immune, ma a quasi tutti sfuggono due particolari.

Quasi nessuno parla delle persone in questione. Sono, anzi erano, essere umani, non solo simboli della libertà di stampa. La Politkovskaja 'ndo la mettiamo? Ma, ça va sans dire, il 70% di quelli che scrivono non conoscono o hanno rimosso la giornalista russa.
Giusto onorarli, giusto andare in piazza, se non altro dimostrare che la barbarie anti-umana va stigmatizzata, giusto sarebbe riderli.
Ma l'unico che l'ha fatto, con una delicatezza quasi commuovente, è lui:




Quasi nessuno ha colto il messaggio fondamentale, oserei dire esistenziale, dei giornalisti di Charlie Hebdo.
La vita va (auto)ironizzata, prendersi troppo sul serio fa male, come direbbe un mio amico agitando la mano in segno di ciao, non è salutare.
Se tutti quelli che danno aria alle dita che stanno usando per scrivere raccogliessero l'esempio di Stéphane Charbonnier, George Wolinski, Jean Canut, Bernard Verlhac e di tutti gli altri uccisi in redazione (ma magari pure i due poliziotti erano due persone con uno spiccato senso dell'umorismo) mentre pensavano a come dissacrare il prossimo, il mondo sarebbe un posto più fregno e si vivrebbe meglio.
Sembra una cazzata, vero?
Applicatela alla vostra vita, ridete, pijate per culo e, soprattutto fatevi pijà per culo.

Castigat ridendo mores.
Così sentenziava il poeta latinista francese Jean de Santeuil.
Sempre dalla Francia bisognerebbe imparare la lezione: scherza i tuoi idoli, non li ammazzare per una cazzo di vignetta.
Ché non si uccide solo con un mitragliatore automatico.
Le parole sono importanti, gli atteggiamenti sono importanti.
Se dopo l'attentato di Parigi ti ergi a paladino della libertà di stampa e poi non accetti l'ironia giornaliera ma scrivi un commento bigotto e piccato su un post di Spinoza, fattele due domande.

Perché per me Charbonnier, prima di morire, non è lì spaventato ad aspettare che gli sparino.
Charbonnier all'ennesimo Allah Akbar urlato a squarciagola, li ha guardati tra lo scocciato e il divertito urlando ma che ve urlate! Fatevela 'na cazzo de risata!

Ecco.

Dipingi un Maometto glorioso, e muori.
Disegna un Maometto divertente, e muori.
Scarabocchia un Maometto ignobile, e muori.
Gira un film di merda su Maometto, e muori.
Resisti al terrorismo religioso, e muori.
Lecca il culo agli integralisti, e muori.
Prendi un oscurantista per un coglione, e muori.
Cerca di discutere con un oscurantista, e muori.
Non c'è niente da negoziare con i fascisti.
La libertà di ridere senza alcun ritegno la legge ce la dà già, la violenza sistematica degli estremisti ce la rinnova.
Grazie, banda di imbecilli.


Fatevela 'na cazzo de risata, stronzi!