Domani
andrò per l'ultima volta a Casa Lame.
Lunedì
si spengono le luci a San Siro di Casa Lame. Via raus finito tutto
finito amore.
Ci
sono passato prima sotto Casa Lame, la luce era spenta, le finestre
tutte aperte, i balconi, i miei balconi, vuoti e allo stesso tempi
pieni di roba inutile. Come quella che schiaffavo io, fuori quei
balconi: tavolini, poltroncine improvvisate, palloni, borsoni,
segnali di caccia rubati da non so chi non so dove, sguardi notturni,
scarpe alla rinfusa e speranze cazzeggianti di gioventù che va.
7
anni della mia vita lì, in Casa Lame.
Sono
entrato nel maggio 2004, timido, senza veramente alcuna esperienza di
vita e, dulcis in fundo, col gesso e con un cagnolino che mi
ringhiava per il suddetto gesso, ahahh (risata imbarazzata)
simpatico cane levati di culo, ma no! Non morde! ahahhaha (risata
imbarazzatissima ), si ma ahia il dito ohia! Sfigato di uno sfigato.
Non
l'ho più abbandonata Casa Lame. Oddio sì l'ho abbandonata quando
pensavo di dover abbandonare definitivamente questa città: settembre
2011.
Ma
pensavo che non avrebbe mai cessato i battenti, che avrebbe
rappresentato per me un rifugio ideale: il mio nome ancora sul
citofono, l'angolo delle stronzate con foto, cartoline con scorci
bruttissimi decisi in sede di spedizione delle suddette cartoline, mandate con nomi inventati
non (solo) per questioni di ddrogga, il poster di Mastroianni, la bandiera
della pace, la festa della birra di Calderara di Reno, il poster Wo
Bist Du? Che ho sempre pensato ma che minchia vor dì
ubistddù?.
Dove
sei? (a 200 metri da Casa Lame, rispondo ora) significa, me l'avranno detto 800
volte, ma lo dimentico sempre 800 secondi dopo.
Cosa
succedeva a Casa Lame? Niente de che, le solite cose che succedono in
qualunque casa universitaria: partite di pallone in salone con tanto
di classifica mentre le coinquiline cucinavano e magnavano, incuranti
del bordello, le urla e i goooooooooooooooool!!!!, nottate films,
playstascion a Pes due contro due, discussioni sul come e il perché
della vita e delle bollette, feste erasmus e non erasmus, di laurea e
non di laurea, con tanto di comparsate di guardie e vicini in pigiama
nel cuoricino della notte, tavolini rubati in bar del centro di cui
non farò il nome il college bar, poltrone, sedie e sedili presi e resi alla
strada, cose che si rompevano di colpo e si riaggiustavano magicamente, pranzi domenicali che partivano a pranzo e diventavano
cene domenicali, litigate furiose in casa e nell'androne di casa senza esclusioni di colpi e baci che avrei voluto non finissero più, gente che dormiva in salone sulla poltrona che quando
te svegliavi pensavi ma chi sei? Ponciorno zono Klaus trompamic di tua koinqvilina.
Ho
sofferto il caldo, il freddo e il tiepido in Casa Lame, ho dormito in
tutte le stanze tutti i letti tutte le poltrone, ho trombato in tutte
le stanze tutti i letti tutte le poltrone, ho guardato da tutte le
finestre, ho carpito ogni scorcio possibile ed immaginabile, l'ho
vissuta amandola e rispettandola, ché in fin dei conti è
Casa Mia.
Ho così tanti ricordi che non li ricordo tutti. E mi sembra anche inutile dire che è impossibile ricordarsi interamente quei 7 anni.
Ricordo però che associo il benessere e, of course, i ricordi più belli a quella casa e, in questo momento, ho i brividi. Ho i brividi e ci sono 56 gradi, eccheccazz.
Perché ci ha abitato un sacco de gente, cazzo quanta gente ho visto che ci ha
abitato. Nel mio periodo, boh, 30/40?
E
quanta ne è passata? Quanti venivano a fare un saluto, un caffè,
una birrettina, un tritone, una cena, 'na partita a qualunque cosa, una dormita (abbiamo dormito contemporaneamente anche in più di15) a
passare 10/100/1000 minuti a dire stronzate fino a rincoglionirsi?
Chi
legge ed è venuto in Casa Lame, sa di cosa parlo.
Casa Lame, Piso
Lame, Andiamodattibberio, andiamodall'anto, andiamodalfisico,
andiamodalquacqua, andiamodapersonaxchecihavissuto.
È
Casa Lame.
Anzi,
era Casa Lame.
Perché
se non ci siete venuti non sapete che ve siete persi.
Perché
si, in queste cose sono sentimentale.
Ma
è un sentimento che merita di essere sentimentalizzato.