domenica 12 maggio 2013

TRIGRE CRONTRO CANNOLICCHI

Per tre mesi l'ispirazione è stata a zero.
Poi ti blocchi per strada, una settimana fa, e ti riparte l'embolo: rileggi alcune mail, che di per sé ti portano a pensare alla tua condizione personale.
Pensi al presente leggendo il passato.
Pensi in pochi momenti, ma troppo.
Poi scrivendo a persone e a cui tieni e che non senti spesso, pensi (ancora), fai il resoconto del momento (ancora) e capisci che sei inconsapevole. Di quello che stai facendo, del fatto che queste settimane sono in mood “ma chi cazz mi l'ha fatt fà” (e quindi sei lamentoso abbestia), che da qui a tre mesi stai chissà dove (Bruxelles/Lussemburgo/Arscentina? (sè, magara)) e si inizia a riiniziare tutto dall'inizio.
Altro giro altra corsa siòri.
Consapevole di essere inconsapevole (concetti che ho già affrontato e sviscerato nelle puntate precedenti).















Notizie belle, di amici a cui tieni che stanno da dio (e che hai sempre sperato stessero così), notizie meno belle, bubboni che ti crescono sul polso (niente di che, peste bubbonica. o ciste tendinea, una delle due), la primavera che, climaticamente, tarda ad arrivare.
Esticazzi?!
Devi studiare e non ne hai voglia.
Meglio fare nottate e massacrarti durante la settimana. Yep!
La consapevolezza arriva quando, biascicanamente parlando, “introietti” che vuoi tutto ciò e ne vuoi sempre di più: vuoi i problemi, il sole che ti acceca dal cortile di casa, il preparare all'ultimo secondo lavori per il giorno dopo, vuoi provarci ed essere deluso (o no, il punto non è quello), vuoi essere provato e deludere (o no, il punto a volte è quello), vuoi semplicemente ruzzare (cercate su google) e vivere il momento.
Essere effimeri è la chiave ora.
Un anno fa, ma anche pochi mesi fa, mi chiedevo che cazzo avrei fatto da lì ad un anno: ora ho smesso. La gente parla di futuro, mi chiede del futuro.
Glisso.

E qui ritorna la metaforona del viaggio. In bus. O in treno. Basta che ci sia un finestrino e un paesaggio da vedere.
  • Signori si parte! Salite sul bus!
  • Per dove?
  • Boh. Sali cojone!
In questi mesi mi doto di una cartina (nel senso di mappa, che avete capito), pian piano la strada si fa. E ho il paesaggio, ergo quello che vivo.
Bolo, il Master, la cumpa, le serate, il parchetto, i cannolicchi, il “tigre” (per inciso, appellativo che mi porta sfiga), la coglionaggine.
Sono il paesaggio (riflettendoci, proprio a livello di mio riflesso, sono anch'io parte del paesaggio).
Magari allungo la strada, ma quello che vedo per ora ci sta.

Muoiono la Thatcher e il Gobbo. Il mio amico Mimmone lo aveva previsto.
Dice che entro l'anno muore B.
Dormo poco ma non sono particolarmente rincoglionito durante il giorno.
Un altro anno calcistico senza una gioia (vabbè aspetto il 26 maggio).
Ho un timbro con un cagnolino scemo.
Ah, poi ho sdoganato il cinema orientale.
E ho scritto in velocità 'sti fatti un po' in seconda persona un po' in prima.
Così come viene.
Credo che finirò il resoconto del viaggiominchia di Oporto.
Ah, no devo studiare.


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