La febbre, quando ero
regazzino e fino ai vent'anni circa, era un'abitudine, quasi un
hobby: “oh Tibbè ma tu 'ntiniv la febbr?”, così me salutavano e
lo stupore era dato dal fatto che fossi in salute, senza febbre.
Ma qui non se parla di
febbri da un giorno e via, 37,2° e non hai nulla, non fare le mosse,
avand a la scol. Erano febbroni da 3-4 giorni a botta.
Stavo bene tra
un'influenza e l'altra.
Ero uno di quelli che
faceva più assenze a scuola ed ero così sfigaz che nel
libretto delle giustificazioni dovevo scendere a compromessi con mia
madre, eddai essù e scrivici che ho fatto filone, che ero in viaggio
d'affari, in settimana bianca, dagli zii a, uhm, Montmartre, ad una
manifestazione no-global e ma ca tu si scem tu a No-global non ci
vai. Febbre era e febbre scrivo. E, copriti, che fuori fa freddo.
E andavo a scuola, così
ultra-vestito da sembrare un'ultra-paffutello Omino Michelin.
Madre, ma non è che so' vestito un po' troppo pesante? |
Negli anni, ho perso
questa abitudine, sarà che il mio corpo si è rotto le scatole di
stare allungato sul letto a guardare la programmazione mattutina di
Italia 1 e di ingurgitare macine (per la cronaca, ora sono gocciole),
pastine e tachipirine, sarà che oramai sono temprato da decenni di
stenti e conti alla mano per campare, sarà che non può
trentanoveemezzo per sempre.
Ora mi ammalo a scadenze
annuo-semestrali, cioè ogni anno e mezzo.
E già non ci sei più
abituato, e già l'amico vegetariano, di solito cagionevole di
salute, quello che ha preso il mio posto nel club “amici
dell'influenza”, te pija per culo “devi prendere lo zenzero, è
un toccasana, ero raffreddato e ora sto in formissima!” e giù
risate (un po' come se Cassano mi correggerebbe correggesse
un congiuntivo), e già ti rode che nei millemila gruppi di Uozzap
fervono i preparativi di uscite che dire memorabili è poco, e già
dopo un po' non sai che fare se non dormire, sudare ogni due ore così
a cazzo anche se non prendi nulla e vedere in una giornata tutta la
quarta serie di House of Cards...
Arriva anche la piaga del
vicino coatto-cacacazzi.
Al piano di sopra, ma
proprio preciso sopra camera mia, abita 'sto tizio che avrà sulla
cinquantina, un po' Fonzie, un po' Briatore del discount, un po'
Drupi. Ecco forse somiglia a Drupi, ma più alto, senza capelli
lunghi e e senza cavalli di battaglia, purtroppo col senno di poi,
come “così piccoooola e fraaaagileeee”.
Qualcuno giura di averlo
visto portare peripatetiche, alias bagasce, al piano di sopra e di
averlo addirittura visto litigare con loro, con tanto di urla
irripetibili “boddhanah!”, inseguimenti pirotecnici e
scarpe e vestiti lanciati giù per le scale a mo' di ciabatte
telecomandate lanciate da mia madre, quelle che te colpivano da
piccolo in qualunque posto tu cercassi di nasconderti.
Insomma, un viveur del
quartierino, che je dà ancora e che, anche se non rimorchia in giro
e non conosce il significato delle parole “Tinder” e “Badoo”,
rimembra ancora quello delle parole “Viali” e “Mignotte”.
"[...]Così gli ho proposto di fare un giro per i viali... Mi sembrava un po' imbarazzato. Poi, quando mi sono avvicinato ad una... ad una peripatetica[...]" (per intenditori) |
Fatto sta che, per
aiutare o meno il coito, così all'improvviso, ad orari improvvisi ed
inattesi, pompa, oltre la peripatetica di turno, musica a tutto foco.
Ma con casse forti forti eh.
E non di notte, ché
basterebbe chiamare l'amministratore per levare bagascia e burattini,
ma, di giorno e quando tutti di solito o lavorano o sono in giro (la
pennichella, la siesta, la controra al nord non è contemplata).
FIFIFIFFI FIFFIFÌ
FIRIFIFFI FIRIFFÌ... dal
nulla si staglia questo assolo di sax a non so quanti minchia di
decibel. Sussulto dal letto, in preda al freddo e a quel senso di
malessere unito al giramento di testa che, a sua volta, favorisce
anche il giramento di qualcos'altro.
Oddio oioia e che è? A
pessima musica il vicino pappons è un maestro (ascolta di solito
dance anni '90 thisistherhythmofthenight ma a volte,
raramente, mette su Pink Floyd e Police, attimi di lucidità
saltuariamente li ha), ma così si esagera.
Beh, l'assolo saxesco è
così ad alto volume che riesco a shazammarlo.
E mi esce questo:
E per non farsi mancar
nulla, mi sono sentito in loop la parte finale tipo quindici volte e
FIFIFIFFI FIFFIFÌ
FIRIFIFFI FIRIFFÌ e
FIFIFIFFI FIFFIFÌ
FIRIFIFFI FIRIFFÌ.
Bloccato a letto, mal di
testa, gola intasata, freddo letteralmente 'nguoll e dolori alle
ossa, rimpiango la programmazione di Italia 1, Arnold, Bo e Luke e
l'A-Team.
Non dormo e subisco,
senza possibilità di replica, il supplizio divino vicino.
Se Dante, ex novo, avesse
aggiunto un girone infernale, quello degli “influenzati”, la
punizione sarebbe stata questa: con la febbre a 39 ascoltando in loop
il finale di Careless Whisper di George Michael.
"Fatti non foste a viver come Drupi".
Anni e anni fa, da
adolescente, avrei pagato per rimanere a casa con la febbre e saltare
scuola, ora, non vedo l'ora di tornare a lavoro.
Diventare (più o meno)
adulti è anche questo: avere il vicino pappone che, spero
inconsapevolmente, ti tortura.
Alla prossima bagascia
chiamo la buoncostume.
Oggi tutto il condominio ascolterà George Michael. Check this out! |
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