"Se
hai paura di una vignetta,
allora il tuo profeta deve essere un nano".
S. Charbonnier
Sto
qui come un baccalà a riflettere, seduto in poltrona e fisso la
caldaia in cerca di un'ispirazione. Più che altro mi chiedo perché
due tizi in nome di una religione entrino in una redazione di un
giornale e ammazzino gente a caso (così a caso che hanno ammazzato
pure uno che era lì in visita di, uhm, piacere).
L'undici
settembre, Atocha, la metro di Londra, Breivik (che, per la cronaca, era norvegese, bianco che più bianco non si può e vagamente
nazistello) mi colpirono, ovvio: la strage in sé, l'alto numero di
vittime, la spettacolarizzazione dell'evento, il terrorismo, i
bordelli che ne sono seguiti.
Stavolta
è diverso.
E
non è perché si colpisce la libertà di stampa. Quella viene
colpita ogni giorno, molto più banalmente con stigmatizzazioni e
querele, con dichiarazioni “bulgare” o con il menefreghismo. Cioè
pure a me Libero e Tuttosport fanno schifo però, boia, ci sta che
qualcuno scriva cose che non condivido (e per le quali col cazzo che
morirei per fartele dire, te le farei dire e poi prrrr pernacchia), ma di certo non entro nella sede di
Tuttosport urlando Chiellini
è uno stronzo
e sparando sui giornalisti (due portapenne della Juventus li
spaccherei, sì).
Qui
hanno ammazzato (o provato ad ammazzare) la satira, più
universalmente l'ironia e il sarcasmo.
Secondo
la Treccani l'ironia ha
lo
scopo di deridere scherzosamente o anche in modo offensivo, di
rimproverare bonariamente,
di
correggere, e può essere anche una constatazione dolorosa dei fatti,
di una situazione, ecc..
Stringendo, serve a pijà per culo.
Riferendosi
al teatro greco, l'ironia tragica si riferisce al presagio
della catastrofe, che sembra essere contenuto nelle parole, dette
senza intenzione, di un personaggio.
Ieri
si è assistito a questa altra declinazione dell'ironia: poche ore
prima dell'attentato, su Charlie Hebdo è apparsa questa vignetta:
Sono
una persona ironica, forse troppo, quando stimo qualcuno, quando mi
piace umanamente un'altra persona spesso la prendo per culo: è un
mio segno d'affetto, è un sotteso giudizio positivo.
Magari
dico con spavalderia ma
come cazzo te vesti? Chi sei, Sbirulino? e
semplicemente significa che
stile sofisticato ma allo stesso tempo non pretenzioso che hai, cioè
sei ganza abbestia (a
volte, invece, te vesti proprio come Sbirulino).
Se
non stimo qualcuno, se c'è una situazione pesante o che non mi
piace, la esorcizzo, non le do importanza, la rendo surreale e la
rido. Si, non è un errore, la rido.
La
vita la rido.
Mi
piace ridere e scherzare su tutto. A volte mi alieno dalla realtà
per questo.
Non
ho tabù ironici, non esiste su
quello non si scherza,
il dramma si vive anche male (sono il primo che lo fa), ma per superarlo si sdrammatizza.
Charlie
Hebdo
è un giornale dissacrante. Charbonnier, Wolinski, Cabu e Tignous
erano quattro stronzi, orgogliosi di esserlo, che se ne fottevano di
essere corretti.
Volevano
divertire e dissacrare simboli, soloni vari e (dis)onorare altri
stronzi, più potenti di loro, con l'ironia, con il sarcasmo.
Perché
la vita la ridevano.
Stavano
sulla minchia a chiunque: destra, sinistra, centro, magistratura (che
li ha fatti chiudere un paio di volte), stavano sulla minchia pure a concetti astratti quali pudore e decoro e,
financo, ad alcuni fatali ambienti religiosi.
Ora
vengono martirizzati. Chissà quanto hanno fatto rodere il culo ad
Hollande, Sarkozy, Mitterand, De Gaulle, Giscard d'Estaing e
compagnia cantante.
Al
di là della matrice pseudo-islamica, che per quanto mi riguarda è
semplicemente fascista (nel senso più ampio del termine), leggo i
soliti 50000millemila commenti dell'evento terroristico spettacolare e
spettacolarizzante, di testa e di pancia, nel senso di basso ventre,
quello che prelude alla cacata scritta.
C'è
quello razzista, chiaramente argomentato alla grande, E SO' SEMPRE L'ORO I IMMIGRATI (erano
francesi), ANDATE A LA CASA VOSTRA,
oramai un grande classico per grandi, piccini e salvini (in Italia il
top sarebbe Balotelli che si arruola nell'Isis, il sogno di ogni
leghista/razzista).
L'immancabile
analisi politica con exit poll immediato essè
mo vince la Le Pen (o Salvini).
L'assediato
catastrofista che pensa che ora inizi la guerra santa, circa un
millennio dopo l'ultima.
Quello
che scrive la frase ovvietà del giorno da Grazie
al cazzo.
Quello
che smentisce le prime tre categorie e che in generale smentisce la
linea editoriale mainstream del momento.
Quello
che rismentisce quello che smentisce, e cosi via. Alla fine non sa
nemmeno più cosa smentisce.
Io
stesso non ne sono immune, ma a quasi tutti sfuggono due particolari.
Quasi
nessuno parla delle persone in questione. Sono, anzi erano, essere
umani, non solo simboli della libertà di stampa. La Politkovskaja
'ndo la mettiamo? Ma, ça
va sans dire,
il 70% di quelli che scrivono non conoscono o hanno rimosso la
giornalista russa.
Giusto
onorarli, giusto andare in piazza, se non altro dimostrare che la
barbarie anti-umana va stigmatizzata, giusto sarebbe riderli.
Ma
l'unico che l'ha fatto, con una delicatezza quasi commuovente, è lui:
Quasi
nessuno ha colto il messaggio fondamentale, oserei dire esistenziale,
dei giornalisti di Charlie Hebdo.
La
vita va (auto)ironizzata, prendersi troppo sul serio fa male, come direbbe un mio amico agitando la mano in segno di ciao, non è salutare.
Se
tutti quelli che danno aria alle dita che stanno usando per scrivere
raccogliessero l'esempio di Stéphane Charbonnier, George Wolinski,
Jean Canut, Bernard Verlhac e di tutti gli altri uccisi in redazione
(ma magari pure i due poliziotti erano due persone con uno spiccato
senso dell'umorismo) mentre pensavano a come dissacrare il prossimo,
il mondo sarebbe un posto più fregno e si vivrebbe meglio.
Sembra
una cazzata, vero?
Applicatela
alla vostra vita, ridete, pijate per culo e, soprattutto fatevi pijà
per culo.
Castigat
ridendo mores.
Così sentenziava il poeta latinista francese Jean de Santeuil.
Sempre
dalla Francia bisognerebbe imparare la lezione: scherza i tuoi idoli,
non li ammazzare per una cazzo di vignetta.
Ché
non si uccide solo con un mitragliatore automatico.
Le
parole sono importanti, gli atteggiamenti sono importanti.
Se
dopo l'attentato di Parigi ti ergi a paladino della libertà di
stampa e poi non accetti l'ironia giornaliera ma scrivi un commento bigotto e piccato su un post di Spinoza, fattele due domande.
Perché
per me Charbonnier, prima di morire, non è lì spaventato ad
aspettare che gli sparino.
Charbonnier
all'ennesimo Allah
Akbar urlato
a squarciagola, li ha guardati tra lo scocciato e il divertito
urlando ma
che ve urlate! Fatevela 'na cazzo de risata!
Ecco.
Dipingi
un Maometto glorioso, e muori.
Disegna un Maometto divertente, e muori.
Scarabocchia un Maometto ignobile, e muori.
Gira un film di merda su Maometto, e muori.
Resisti al terrorismo religioso, e muori.
Lecca il culo agli integralisti, e muori.
Prendi un oscurantista per un coglione, e muori.
Cerca di discutere con un oscurantista, e muori.
Non c'è niente da negoziare con i fascisti.
La libertà di ridere senza alcun ritegno la legge ce la dà già, la violenza sistematica degli estremisti ce la rinnova.
Grazie, banda di imbecilli.
Disegna un Maometto divertente, e muori.
Scarabocchia un Maometto ignobile, e muori.
Gira un film di merda su Maometto, e muori.
Resisti al terrorismo religioso, e muori.
Lecca il culo agli integralisti, e muori.
Prendi un oscurantista per un coglione, e muori.
Cerca di discutere con un oscurantista, e muori.
Non c'è niente da negoziare con i fascisti.
La libertà di ridere senza alcun ritegno la legge ce la dà già, la violenza sistematica degli estremisti ce la rinnova.
Grazie, banda di imbecilli.
Fatevela 'na cazzo de risata, stronzi! |
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