mercoledì 5 dicembre 2012

UNA DOMENICA


"...ciao ciao buona domenica,
davanti alla televisione,
con quegli idioti che ti guardano
e che continuano a giocare...”

Trovarsi il giorno del proprio compleanno nella casa natìa non mi capitava da anni.
Essendo poi di domenica, la sensaziuone da figghio figghio prediletto AUGURI! Con cosa vuoi banchettare? Cosa ti cucina mammuzza? Io e la zia cucineremo e tu mangerai come fossi un reggimento di alpini non mangiati (cosa effettivamente verificatasi), si moltiplica, mi stordisce e mi inebria.
Sveglia verso le 10,30/11, il tempo di smaltire la labirintite post/buongiornomondo/vaffanculoalcool da 'ndo cazzo mi trovo e odo come un tintinnio di passi convulsi, rumori di piatti, padelle, pentole, neanche fosse una televendita del buon Giorgione Mastrota.
Alza la tapparella, la famiglia t'aspetta.
Arrivo in cucina in pigiama (molto fashion il completino, pantaloni blu con strisce gialle e maglia di cotone nera a maniche lunghe di Emergency), con gli occhi cisposi e gli occhiali in punta di naso alla Paolo Panelli e scorgo la line-up: madre+zia, denominate Sorelle Bandiera, intente a cucinare diosolosaccheccosa+zio, il classico zio che fa caciara e che tutti i tuoi amici rimembrano (storici i suoi: - Maaaaaagn lu pooll! - No grazie, sono pieno! - Allor chi cazz 'i vinut a fa?! Oppure: - Montesilvà biv! - No guardi la ringrazio, squisito! - Ma vaffangul và!), che fa, oltre il tifo per le donne ai fornelli, anche il compleanno come me medesimo.
Lu ddù di dicembr nasc sol la ggend 'ndeliggend, ci dice da anni a grandi e piccini.
E come dargli torto.
Non faccio in tempo, quatto quatto, tomo tomo, cacchio cacchio, a girarmi senza essere visto, che arriva una scarica di UEEEEEEEEEEEE, AUGURIIIII, tirate di 'recchie, coppini sul cozzetto e sei diventato un vecchio di merda.
L'Uomo del Monte ha detto "ma quanto magnate"
Le flag sisters stanno cucinando solo: antipasto della casa, 2 finti primi (2 kg tagliatelle mascarpone/funghi, e 2 kg tagliatelle al sugo) 2 secondi ( 30 costatine di maiale impanate al forno e fritte+ 50 polli fritti, vera ricetta australiana), 32 contorni che non ricordo (ero obnubilato dalla carne, tipo l'intera valle degli orti), vino acqua cochetta, quantità di frutta che l'Uomo del Monte quando l'ha vist ha detto voi siete pazzi, tiramisù/torta, caffè, amaro e alla fine bomboniere per tutti, una statuetta stilizzata di me sulla tazza con lo squaraus.
E dire che non siamo in formazione completa: madre, padre, fratello, zia che frigge e suda suda e frigge, zio caciara festeggiante, cugino, zia sarda, zio non sardo, cugina, marito cugina, figlia pacioccona. Manca sorella con famiglia, in buonauscita.
Si banchetta e si magna e si beve vedendo il Magico Pescara ottenere un buon 1a5 in quel di Napoli (sul 1a2 avevo azzardato un vuoi vedere che quasi qu... 3 gol del Napoli in 40 secondi).


"braaavo, mangia mangia a mammuzza!"
Io do tutto in tavola, come sempre, non ho da rimproverarmi nulla, addirittura il binomio sorelle Bandiera, facendomi Danpetersonianamente nummerouno con i pollicioni, mi dà la conferma di questa mia bella prestazione gastronomica.
Burp.
E in un menchenonsidica sono le 15, c'è l'A.S. Roma, c'è l'A.S. Roma contro lo spauracchio Siena, devo mettere l'inno (anche quello in inglese), devo cantà, devò fomentamme.
Ciao belli, ciao madre, ciao famiglia vado alla tv adibita a Roma Club Casa Natìa a vedere la squadra del mio cuoricino e ce se becca tra un paio d'ore e bella per voi e NDO CAZZO VAI mi rispondono.

C'è la torta.
No. LA TORTA NO.
Ma è Cecoslovacca con la crema tedesca.
NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO.

Dovete sapere che il rito della torta è sacro. Sacro nella santissima sacramentissima famiglia mia, che tu sia bimbo, adulto, anziano, uomo, donna e, persino, juventino (noi rispettiamo tutti, anche i gobbi). Soprattutto per madre, che spaiata da sorella zia, si gasa nel cantare e raggiunge note e bemolli che nessun essere umano riesce a raggiungere.
Si deve cantà, si devono battere 'ste mani, e 'ndiamo su dai cantate con convinzione.
Eddai, vai, ok, sbrighiamoci però eh, che i players stanno entrando nel campo regolamentare di giuoco e il Maestro è già alla decima sigaretta elettronica.
Panico.
Manca la candelina del 2, che servirebbe (per l'ultima volta direi) a me.
La meravigliosa idea di mother è schiaffare due candeline da 1, creando così il tricandela 119, cioè 1+1 e 9.
Mia madre ha brevettato la candelina Zamorano.
Sì, mammina-mammuzza bella, però diamoci una mossa che c'è la squadra della capitale che scende in campo ad onorare la maglia storica, dai, soffio al volo, foto, sorrisoni, tantiauguriate e ciaciacia.
- No che c'è prima lo zio caciara!
Pfffffffffffffff.
Rullo di tamburi, ooooooooooooooooo, sssssoffioooo eee

parte mia madre con l'anticipo di due secondi del Tanti Auguri a Te che la contraddistingue da decenni:
TAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAANTTIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII AUUUUUUUUUUUUUUGUUUUUURIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII AAAAAAAAA TEEEEEEEEEEEEE

il resto dell'improvvisato coro, oramai abituato da centinaia di compleanni, segue la birthday singing mother nel suo toccante assolo.
Una è fatta.
Tocca a me e ai miei 119 anni. Fffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffffff. Veloc, raus daje tantagurametantagurametantaguralsottoscritttantagurame.
Foto per la stampa. Taaaac.
Sciao.

CI SHTA LU SPUMANT!
Pure.
Stappamo lo spumante, mirando un parente a caso. Tanto son già sposati tutti tranne te tranne te tranne te tranne te.
Fatto, zio colpito di rinterzo ad effetto con birillo centrale.
Posso andare ora? Posso?
Mia madre tenta di trattenermi giocando la carta strappastorialacrime dei parenti chessonoquiperte, ma a nulla valgono i suoi sforzi.
Eh, ho fatto un figlio cafone, che volete fare, ci confessa alla famiglia, unita per il lieto, quanto annuale, evento.
Sono libero, sono libero finalmente.
Sono in ritardo per Diodo.

Il rito della torta è una cagata pazzesca!

Il match è già iniziato da una decina di minuti e il Roma Club già soffre.
Sì, perché esiste un piccolo cleb di tifosi, un gruppo d'ascolto, come lo definirebbe quell'abbronzatissimo di Carlo Conti.
Siamo in 5, di solito (oggi 4). La partita si vede in Tivvì o perché no, direttamente allo stadio macinando chilometri e superando ostacoli. Stadio che non porta assolutamente bene al fan cleb: fino all'anno scorso, il bilancio parlava di una vittoria in 4 anni (io da solo, invece ho vinto di più, gracias a la polla, non ci voleva poi tanto), potendo vantare disfatte niente male come un 1a3 contro il temibile Basilea, un 2a3 contro lo Shaktar Donetsk (ah, tra l'altro, auguri per l'impegno decisivo in Ciempionz di stasera, vecchia Bacucca Signora) o un 1a2 contro il Cagliari. In pratica, romanisti scaramanticoni, se passiamo da quelle zone toccatevi, fate scongiuri, pregate, 'nce fate entrà allo ssadio.
Ma, bando ai cattivi pensieri, oramai veniamo da due vittorie di fila. Sabato, per example, saremo allo Stadio Olimpico Olimpico Stadio.

Carlo Zampa, col suo consueto aplomb, commenta questo spettacolo soporifero, dunque propedeutico all'abbiocco post-caterva di cibo ingurgitato, e di dubbio gusto.
Segna Neto, e chi cazz'è Neto. 1A0 Siena, esulta lo stadio fatto con i Lego.
Ecc lo sapevo, a Siena prendiamo sempre schiaffoni.
Non c'è reazione, sguardi attoniti misti a serie di bestemmie comparate, ogni 10 minuti c'è il cambio di disposizione dei posti. Se non segniamo, ci scambieremo di ssedia fino a notte fonda.
Inizio a pensare che sia meglio spegnere candeline e cantare featuring madre, in loop e con l'ausilio del karaoke, un remix zarro di tanti auguri a te.
Ma poi, a un certo punto punto certo, al quattordicesimo del secondo tembo, quel mattone vestito da giocatore che risponde al nome antibiotichesco di Tachsidis imbrocca un taglio in mezzo all'area per Florenzi che la spedisce bella calda sul capocchione di Destro, che non sarebbe il piede ma il centravanti dell'As Roma. Ed è go'.
Esultanza moderata, baci, abbracci, frizzi, fabrizi e lazzi.
Mancano 20 minuti, ce la si fa ce la si fa... ma..., Maestro cacchio fai? Dentro Perrotta, detto Perotta, detto lo Zio, detto quel che resta del cadavere di un ex-calciatore, in attesa di svincolo e con le vene varicose.
Perrotta, peppiaccere no, eh, guarda, peppiaccere!
Entra lo Zio Perrotta. E ciao, vabbè metti El Conejo Lopez (chiiiii?), metti Tallo (chiiii?), ma Perrotta.

- Dai, mo segna, ci pensi se segna Perrotta?
- Smittl peppiaccere, eh.

Mah, vedete, il calcio piace anche perché illogico, un po' come alcune scelte della vita.
A volte ti dai metaforicamente una martellata sugli zebedei, a volte fai entrare Perrotta.
Poi speri che la metaforica martellata si trasformi in un segnale positivo (sì, credici, sìsì).
Invece, nel futbol no.
Nel futbol, prendi decisioni illogiche e speri romanticamente che il più nerd, il più scappato di casa dei giocatori, ti risolva una situazione e ti faccia svortà 'a situazione.
Un po' come i film americani in cui la squadra de pippe diventa uno schiacciasassi e vince il campionato o un po' come Rocky che vince il concorso della Standa affronta il campione dei pesi massimi, prende a cazzotti abbacchi, corre 20 km attorniato da bambini festanti, sposa un cesso terrificante (non c'entra nulla, giusto per puntualizzare), diventa campione del mondo e je fanno pure 'na statua.
Tutto queste perle di saggezza, per annunciare, come oramai avrete ben capito, il gò di Perrotta, che, cadendo de chiappe, indirizza una ciofeca che non vi dico all'angoletto.

Credo che questa rientri nella top 10 delle mie esultanze televisive (classifica dominata in prima posizione dal gol dello scudetto di Montella a Juventus, io unico giallorosso attorniato da gobbi, gesti dell'ombrello, ar cazzo ve dovete attaccà, sooca a volontà e mo non parlate merde eh?! E mo non prendete per culo?! STRONZI! In seconda, per dire l'aleatorietà e la fallacità del giuoco del calciuo, un gol annullato a Quagliarella in Italia-Slovacchia, io, unico ad esultare, feci partire 3 bicchieri e un posacenere urlando GO-GO-GO, compatito da sguardi alla questo è tutto scemo).
Vedete un tiro al rallenty, esultate al rallenty, vi buttate contemporaneamente di testa davanti alla tv al rallenty, incucchiandovi le teste all'unisono al rallenty. Gol, tuffo, din don dan, ahia la capoccia.
Quando segna qualcuno che non ti aspetti che segni o qualcuno che vorresti che segnasse, s'esplode, a prescindere dalla squadra che affronti, in questo caso il chivvèsencula Siena.
Esplodiamo noi, esplode Zemàn che addirittura si alza (quasi) di scatto e accenna due applausi, esplodono i giocatori in campo, esplodono quelli in panchina, esplode il magazziniere, esplode lo staff tecnico, esplode il fruttarolo, esplode il pescivendolo, explota mi corazon.
Kansas City, alias Diego Bianchi, alias Zoro, ha ben riassunto questa emoziuone qui.
Non si fa in tempo a riprendersi che Destro non il piede ma il centravanti fa 3.
So 3 gò, so 3 vittorie di fila, so 29 anni, 30 sul campo ma uno me l'hanno revocato.

La sera si replica.
Avanzi del pranzo nun ve temo.

Buon compleanno a me.


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