La (s)fortuna di
avere una Mammuzza maestra è quella che ti conserva tutti i quaderni
di scuola, dal primo anno di asilo fino all'ultimo anno di superiori.
In uno di
questi, ho scovato questo compitino. Correva l'anno boh 1993 o 1994.
Compito:
come passi il Natale?
Svolgimento
“A
la casa mia il Natale è una cosa seria e un impegno fisico che ti
struppìa.
Mi
sveglio la mattina, vedo che cosa mi ha portato Babbo Natale anche se
so che Babbo Natale non esiste. Questo anno mi ha portato un
giochetto del calcio per il Mega Drive che mi piace molto giocarci.
Appena scarto il regalo io ci voglio giocare ma mia madre mi prende
per una recchia e mi costringe ad andare a messa con lei e papà.
Per
fortuna andiamo all'ultima messa della mattina, perché don celeste
ha fretta e vuole mangiare pure lui, quindi ci mette venti minuti. Io
nemmeno riesco a dire agnello di dio che togli i peccati del mondo
perché va troppo veloce. Meglio così che sennò mi annoio.
Di
solito andiamo a mangiare dalla mia zia sardagnola con molti altri
zii, ognuno dei quali ha tanti figli, e questi figli hanno tanti
fidanzate o fidanzati o amici o gente che io non ho mai visto ma che
mi riconosce dicendo tu sei il piccolino della casa, e io penso come
fa a conoscermi che ne so, quindi siamo quasi trenta persone. A volte
è fregno perché viene pure gente straniera, ma propria straniera
che non è italiana, tipo dell'Australia, dell'Argentina, del Belgio
e io penso che è bello che così conosco gente di altri paesi che
non ho mai visto.
Appena
arrivo lì, ci sta il mio zio quello che è appena tornato
dall'Australia che mi chiama fischietto che fa un sacco di bordello,
strilla a tutti che dobbiamo fare l'aperitivo. Io non so nemmeno
cos'è l'aperitivo, penso tipo che bevono tutti lo spumante e
brindano. Mia madre dice che devo dare gli auguri e due bacetti a
tutti ma a me mi fa un po schifo e mi vergogno pure.
Io
mi siedo vicino alle mie due cugine della mia età e mangiamo il
brodo con il cardone, l'uovo e le pallotte di carne macinata, poi il
timballo che fa mia madre che ci piace a tutti quanti poi i
tortellini, poi l'agnello con le patate, il polpettone e le verdure
che io non voglio mangiare ma poi arriva o mia zia o mia madre e mi
tirano un coppino sullo scozzetto e io zitto e mangio. A me piace il
pollo fritto che fa la mia zia che è appena tornata dall'Australia,
ha la farina speciale fatta apposta, dice che una volta la hanno
fermata i doganieri e pensavano che aveva la droga e mia zia ha detto
ma che v'avet mpazzit quess è la farin.
Di
solito a pranzo si parla o di pallone o di politica.
Se
parliamo di pallone diciamo male alla juventus,
sennò prendiamo in giro il cagliari perché mio zio ci si arrabbia e
noi lo facciamo apposta.
Se
i grandi parlano di politica allora mio papà si incazza con tutti
quelli che dicono bene a berlusconi, inizia a strillare e a dire che
non gli devono votare che quello è un ladro, ci frega i soldi e che
deve stare in galera e a chi dice che berlusconi è bravo risponde
che è un berluschino.
Ajò Zia! |
Io
e gli altri miei cugini ridiamo perché ci si arrabbia troppo, urla,
sbraita e dice nooooooo allora nin zi capit niend poi interviene mia
zia a cui io rifaccio la parlata, tipo quello di mai dire gol, nico il sardo, che gli dice tommaso calmati e mio padre dice eh vabbone e si
calma.
Poi
devo dire la poesia di Natale a campanella e gli zii mi danno 10000
lire e anche se sono oramai un ometto la dico lo stesso così poi con
i soldi mi posso comprare il mammoccio dei cavalieri dello zodiaco.
Una
volta è venuto un vucumprà e mia zia gli ha detto vieni a mangiare
con noi. Quello si è seduto e ha mangiato ma non capiva una parola.
Mio zio ha chiesto scus di ddò è e gli hanno detto Umbè è della
Nigeria e lui ha detto Imperia? Allora gli ha parlato due ore in
dialetto pescarese e quello faceva si si con la testa ma secondo me
non capiva niente, poverino. Comunque era felice di poter mangiare
con tante persone, pure se stava lì come un baccalà.
Quando
finiamo di mangiare i vecchi giocano a ramino. Sembrano quelli dei
film western che si guardano senza dire una parola, poi una dice ho
chiuso! E l'altro zio dice Terè ma vaffangul e ridono come scemi.
A
me fanno giocare al Mega Drive anche perché sono forte. A sensible
soccer vinco sempre ma quando gioco con mio fratello lui mi minaccia
perché è cascettone e mi dice che se segno poi a casa mi prende a
mazzate e io arrivo davanti alla porta e poi torno indietro, così
non mi vatte come un sale.
Poi
giocano ai giochi di società o a subbuteo ma io sono troppo piccolo
e non mi fanno ancora giocare. Guardo e rido degli altri che ridono e
si prendono in giro. Giocano a Risiko, Shogun, quel gioco che ha
inventato mio cugino che ha rifatto il giro d'italia, oppure ai
giochi che devono ammazzare i mostri.
Poi
il pomeriggio viene gente che viene a fare gli auguri, poi mangiamo i
bocconotti e i parrozzini e le mie zie riiniziano a cucinare per la sera.
Una volta una zia ha bruciato i facioli che stavano al camino e mio zio si è arrabbiato e ha
strillato Marì j mi ni vaj a lu ristorant li faciul ni mi l'adiv
brucià e noi facciamo l'imitazione perché c'erano tante cose da
mangiare ma mio zio voleva solo i facioli.
Poi
giochiamo a tombola, ma però ci mettiamo tanto tempo per una partita
perché mio padre ogni numero dice 77 le gambe delle donne, 90 la
paura e 69 gnè li mitt li mitt e tutti ridono, poi ci stanno qualche
zio e qualche zia che non sente e ci vuole l'amplifon quindi
strillano tutti e allora dicono strillate j ni capisc nind cacciate
fuori la voce e chiedono è uscito il 57 no e non è ancora uscito e
non si capisce nulla. Quindi chi fa tombola poi magari non lo fa
tombola.
"Oddì chi num'r avit dett lu sessandun? non lu sittandun" |
Poi
c'è la messa del pomeriggio e le zie costringono chi non è andato
la mattina ad andare. Io per fortuna ci sono stato e mi posso fare lo
svelto con chi non ci è andato come la mia cuginetta. Chi prova a
non andarci prende il cazziatone insieme di mia madre e le mie zie
che dicono che festa è natale tu non vai a scuola ed è vacanza e
quindi devi andare a messa per forza, sennò gesu bambino piange.
Poi
rimangiamo come gli scroffelloni, mia madre dice oddì mi devo
mettere a dieta ma tanto poi so che non lo fa e io e gli altri
mangiamo veloce che dobbiamo giocare al mega drive, poi i grandi si
mettono a giocare a poker e fumano come i turchi, si giocano i soldi
e di solito vengono gli amici dei miei cugini e vincono. Quindi i miei cugini e mio fratello dicono cullù ni li chiamem cchiù e poi puntualmente lo richiamano. Io guardo ma
non mi piace tanto, mi leggo i topolini o i dylan dog di mia cugina
dove ci stanno i mostri che tagliano la coccia alla gente, quindi mi inizia a gabbare
il sonno e mia madre mi dice arivì a casa ma io le dico che aspetto
mio fratello e lei dice che per massera va bene.
A
me il Natale piace perché posso fare tardi la notte per un giorno.
A
me il Natale piace perché tutta la famiglia sta insieme e scherziamo
e giochiamo sempre, grandi e bambini. Tutti ci dimentichiamo di tutto
e vedo i parenti che vedo poco durante l'anno.
Io
spero che dura ancora tanti anni perché il tempo sembra che non
passa a Natale. Pure quando divento grande e gli altri che ora sono
grandi diventano vecchi.”
Il mio concetto
del giorno di Natale è sempre stato questo.
Il rifugio di
una Grande Famiglia, a volte allargata, a volte un po' più stretta.
Ma, da sempre,
una Vera Famiglia.
Che ha la necessità di viversi un intero giorno all'anno.