mercoledì 6 novembre 2013

GLI AMICISTI ANONIMI – OPORTO DI MARE (SECONDA PARTE)


QUI la prima parte del non sarà un'avventura. Se non l'avete letta, leggetevela. Se l'avete letta e non vi ricordate o vi ricordate male, boh fate un po' come ve pare.


- In Portogallo fa freddo!
- Minchia dici?
- Ho visto ilmeteo.it. IImeteo.it non sbaglia mai. Copritevi!

(cit. anonimo smanettone de ilmeteo.it)


Si apre il portellone dello SperochenonmischiantoAir.
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA cos'èèèèèèè?!
Si chiama sole, si chiama caldo. Siamo a fine gennaio e ad Oporto ci sono 25 gradi e un sole che spacca pietre che se sei bello nemmeno si fanno tirare, le pietre, da quanto, per l'appunto, è bello stare lì a crogiolarsi al sole.

Vedete, noi Amicisti ci vestiamo un po' a capocchia: quando nevicherà noi ci prepariamo alle Hawaii, quando farà un caldo che si schianta ci mettiamo in modalità “Totò e Peppino e la Malafemmina”.

"Ma non avevi detto che era freddo ad Oporto? Boh"

E mo? E mo ci svestiamo. Via i colbacchi, via i passamontagna, via i cappellini con le caprette che fanno ciao, via le orecchie da alce che Basetta, da quella fatidica notte della sua laurea, non aveva più tolto.
- Nou! Ragazzi! Nou! Ahia lasciatemi souno un ricordo di quella fatidica notte!
- Ma se non sai nemmeno che significa fatidica! E damme ssè cazzo de 'recchie!
Riusciamo a strappargliele con la forza. Basetta piange, rincuorato da Paperella, che scatena una tempesta di coccole sul malcapitato.

Stranamente, ci fanno uscire dall'aeroporto senza controlli dei bagagli.
Qualcuno si stranisce, qualcuno addirittura si offende.
- Esigo che mi controlliate! Lei non sa chi sono io!
Nessuno ci caca di pezza, nemmeno un doganiere, nemmeno un celerino.
Tempo al tempo.

Mesti, lasciamo la Paucarrozzella sul ciglio del terminal arrivi dell' “Aeruporciu Internasionhao do Bacalhau”, promettendole che al ritorno la andremo a prendere.

C'è la metro. Ammortepresidente, fa gentilmente i biglietti (i biglietti? Errore nostro, abbiamo fatto i biglietti, QUESTA VOLTA) a tutti, la Paperella paga ridotto.
- Senza sordi no' 'ssi 'ndi cantanu Missi.
Nemmeno i biglietti, cacciate i soldi straccioni.
Ma, Porca Troia, Sinagoga ha lasciato il borsello a casa. Lui è il prototipo di vacanze ad impatto zero: viene con zero euro e impatterà schiaffi ad ogni cosa che dobbiamo offrirgli.
Il nostro appartamento è in pieno centro, fermata Pratelhau.
Il tempo di risalire le scalette della metro e capiamo una triste verità: Oporto è fatta SOLO ED ESCLUSIVAMENTE DA SALITE. Non saliscendi. Solo salite.
Qualcuno si dispera per aver lasciato gli scarponcini da trekking all'aeroporto.
Qualcuno non dispera ché Battisti, non Cesare, urlava al Mondo le discese ardite e le risalite. 'Tacci tua Lucio.
Nella fattispecie il saggio degli Amicisti, Ammortepresidente: si u pò piari l'irtu pii u pinninu.

Qualcuno già si lamenta: Killahcchiotto ha bisogno di tritoni. Si aspettava un comitato di benvenuto già fuori la metro.
- CHE SCHIFO OPORTO! CHE PALLE! IO DEVO FUMARE! DOUVE SOUNO I TRITOUNI? EH?
Ferma passanti a caso, che naturalmente non capiscono una mazza di dialetto delle Murge. Ergo, devi aspettare Killah (arriverà anche il tuo momento, e che momento).

Su una, ça va sans dire, salita con pendenze vicine allo Zoncolan, si erge il nostro appartamento.
Che bel quartierino tranquillo, caratteristico, con gli Azulejos capretti che fanno, pure loro, ciao.

Seconda triste verità: non avremmo mai immaginato che di lì a poche ore il quartiere, il quartiere Pratelhau, si sarebbe trasformato nel Carnevale di Rio. Eravamo capitati nel centro della movida di Oporto.

Ci rinfreschiamo, ci docciamo, ci cambiamo, ci fomentiamo, ma, soprattutto, ci rifocilliamo.
Di fronte al nostro nidoddammore amicista, notiamo un bar, il Cafè Ceuta, di quei bar che non je dai due lire, di quei bar che ogni turista schiferebbe.
Noi lo scegliamo per questo.


Alfio

Incontriamo un uomo, che dire un uomo, un mito, che avrebbe cambiato per sempre la nostra concezione del portoghese medio: Alfio.
Un ometto secco secco, alto, canuto non nel senso di cane, con i baffetti e lo sguardo alla Lee Van Cleef, ma con i capelli impomatati a mò di Julio Iglesias.
Per tutti e per sempre Alfio.

"Superbocche per tutti!"

Entriamo timidi, ci sediamo.
Alfio è già lì con le Supebock, subito ribattezzate per semplicità e goliardia Superbocche, e 6 piatti di Bacalhau alla braghense.
Parla solo portoghese stretto, ma sembra capirci anche solo con un cenno d'intesa. Boh forse anche qui giocano a tressette, o três-sete.
Serafico, ci intima in non so quale dialetto lusitano di mangiare che è prondo e si fredda e poi non è buon più e devo buttarlo.
Ad ogni Superbocche scolata, basta proferire la parola ALFIO! e lui si fionda, raccontandoci nel frattempo aneddoti che noi, per buona educazione, facciamo finta di capire.

A rifocillarci ci siamo rifocillati, pure troppo.
Salutiamo Alfio, dopo una lauta mancia di ben 7 cents, promettendo anche a lui che saremmo tornati. Alfio ci abbraccia, ci dà un bel cinque alto a tutti e ci lascia il numero di telefono semmai avessimo bisogno durante la notte di un'endovena di Bacalhau.

Jamaica

In un batter d'occhio, è già orario d'aperitivo.
- Ho letto sulla Guide Minchiard che in Portogallo ad orario aperitivo c'è il DELIRIO!

Il Deserto del Nevada.
All'imbrunire, è questo il desolante panorama che ci offre Oporto.
Non troviamo un cristiano nemmeno a pagarlo.
Al ché, anche perché Killahcchiotto ha bisogno dei tritoni, scendiamo su (qui anche le discese paiono salite, ricordiamolo), verso il lungofiume.

Troviamo un bar aperto.
Il proprietario è Stephan, che stupito da cotanta presenza umana, inizia a gigioneggiare, diventando per tutti o' gradassu.

- PORTO? LIKE JAMAICA!
- THIS IS THE BEST COCKTAIL IN THE WORLD!
- PORTUGUESE WOMEN ARE THE MOST BEAUTIFUL IN THE WORLD! (Mondo attento, il Portogallo ti batte su tutta la linea)

(scusate l'inglese, ma il tono delle conversazioni era questo)

Nei successivi 15 minuti, nell'ordine, succede questo:
  • o' gradassu ci porta 3 cubate da un litro che nemmeno Gennarino ai tempi d'oro in Piazza Verdi se sarebbe bevuto;
  • o' gradassu ci presenta delle amiche, a suo dire “le perle del Portogallo”, che avevano dei baffi che Alfio sarebbe schiattato dall'invidia, guarda;
  • o' gradassu ci trova i tritouni, per la gioia di Killah (da quel momento in poi Oporto sarebbe diventata BELLISSIMA!);
  • o' gradassu ci sussurra Policepolicepolice!, quand'è che si palesano due guardie con al seguito rottweiler cercaddroga.

Bravo lo scemo.

Immagini del questore di Oporto che stappa una bottiglia di Porto alla faccia di quei poveri fessi italiani, beccati con le mani nella marmellata, si palesano nelle nostre menti
Immagini di noi, poveri Amicisti, nelle carceri portoghesi alle prese con un altro tipo di bacalhau, si palesano nei nostri orifizi.
La paperella si fa pesce e ammutolisce. Noi ci facciamo paperella e pesce e ammutoliamo.

- Si hai a serpi nò cercari a raghatina, ci ammonisce Ammortepresidente.

Seguono 10 secondi di vera tensione.
DOOOOONG!
Il rumore del tocco di fumo (è una storia romanzata, ripeto, è una storia romanzata), lanciato all'indietro e alla cieca, risuona sul bidone della monnezza, vibrando nell'aire, silenzioso e fadesco, lusitano.

Chiudiamo gli occhietti, aspettandoci il peggio.
"Io 'un sento nulla"
Che, per nostra fortuna, non arriva.
Quei tontoloni dei cani non hanno fiutato nulla.
Abbiamo acquistato anche fumo romanzato demmerda.
Bene così.

Giubilo e gioia per lo scampato pericolo, segni della croce e ringraziamenti a JAH. Bomboklat per tutti.

Ricapitolando: siamo in Portogallo da 4 ore e abbiamo già rischiato l'arresto.

Love Boat

La tensione si smaltisce scrofanando qualunque cosa.
Cerchiamo un posto dove mangiare. Escludendo Alfio che alle 9 di sera è già in fase REM, dirottiamo la nostra attenzione verso il locale più pacchiano di Oporto: il Love Boat.
Ovvero, un ristorante in cui i camerieri sono vestiti da personale di bordo Costa Crociere, il cuoco si chiama Schettinhu e tardone bionde ossigenate si dimenano in trenini all'ultimo sangue tra i tavoli.

Perfetto, il luogo adatto a personcine del nostro rango. Ammortepresidente, l'amante del mare profumo di mare e grande fan dell'omonima serie, già è tutto un fremito.
Se non che, dando un'occhiata al menù, notiamo prezzi esorbitanti.
Ma, Riporca Troia, Sinagoga non ha il borsello e non è che il nostro sia in grado di sostenere tale esorbitante spesa gastronomica.

Optiamo, dunque, per la tattica USCITA A TRENINO DI SOPPIATTO che consiste in:
far finta di lasciarsi trascinare da meu amigu sciarlibraun;
innescare trenini irrefrenabili adescando ignare signorotte dell'Oporto bene;
ergo creare confusione;
mimetizzarsi nella selva di permanenti che si crea dalla precedente confusione;
sgattaiolare fuori non appena il trenino passa nei pressi dell'uscita.

"SCAPPA, CRISTO!"

Ce l'abbiamo fatta!
Ma, Ririporca Troia, abbiamo lasciato Ammortepresidente, che nel frattempo aveva ordinato di nascosto un'orata, nel ristorante. O per meglio dire, c'è Ammortepresidente in ostaggio del personale di bor... dei camerieri.
Urge trattativa.
Il cuoco indica Basetta, vuole lui per trattare.

IPOTESI DI TRATTATIVA CON TRADUZIONE ITALIANO-PORTOGHESE ANNESSA:
- Lei è quel genio che si è fatto mettere sotto da un'autoambulanza il giorno della sua laurea?
- Si.
- Mi può fare un autografo?
- Come no!
- Scriva: a Schettinhu con simpatia, l'uomo con le orecchie da alce.
- Basta così?
- Si, se lo riprenda per cortesia che sta importunando i clienti con proverbi in una lingua sconosciuta ed ancestrale.

A quanto pare, abbiamo un negoziatore con le basette.

E siamo a quota due pericoli scampati.

Piume di strutto, meteorismo anti-panico e comitato anti-degrado pratelhau

Fame.
E in una località di mare, dove si mangia il pesce più buono d'Europa, noi dove andiamo? In un rosticceria: O zozzonhu.
Vassoi di carne grigliata, patate fritte e pane imburrato. Alle 11 di sera, per stare leggeri e goderci la notte oportense, oportina, opor..., di Oporto come le pazze.
Devo ammetterlo, ho furoreggiato. Mi sono anche fatto dare una cannuccia per gustarmi meglio lo strutto imburrato. Ché sono un buongustaio, mica seghe.
In tutto ciò, Paperella è rimasta fuori per protesta.

Ma, devo ammetterlo, non sono io colui che ha sofferto (o fatto soffrire, dipende dai punti di vista) di meteorismo anti-panico.
Non dirò chi è stato. Lui e gli altri lo sanno.

Fatto sta, che spostandoci verso il nostro quartiere, scopriamo con nostro sommo stupore, che eravamo nel Pratelhau. Nel delirio puro.
Vie, piazze e strade murate a perdita d'occhio.
Le file per guadagnarci un cocktail, una birra o chessò un'acqua brillante erano interminabili.

Ed è qui che lo scoreggione anonimo si è immolato per la causa, immolando nello stesso tempo anche la causa.
Scoreggioni anti-panico facendo finta di inviare Sms e locale sgombrato in 30 secondi 30 sìori. Anche il resto degli Amicisti, però, è sgombrato per la puzza.
Risultato: nessuno ha bevuto e nessun buttafuori ci ha fatto entrare additandoci come o maestros italianos do flatulhencias.

Mogi mogi, ci ritiriamo nelle nostra magione.
Oooo finalmente si dorme, che giornata sfiancante che è stata, ma che belle avventure da raccontare! Yuppi!

-OOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!! E CHE CAZZO È STO CASINO?!?! QUI C'È GENTE CHE VUOLE RIPOSARE! VEFFENGHIUL!

Killahcchiotto, non riuscendo a dormire per via della movida, istituisce seduta stante il Comitato anti-degrado do pratelhau, di cui è presidente supremo.
In un attacco d'arte, realizza una striscione, attaccato in seguito sul balcone con su scritto:

O POMBO DE SUAS MÃES!!! (vedasi traduzione, prego)


(continua?)

Saluti da Oporto

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