Madonna
quante ore sono? 14 andata 14 ritorno? 26 ore?! Ah no. 28 ore?!; ah
vabbè sono abituato ai bus in Argentina; cazzo hanno sbagliato (LORO
SIA BEN CHIARO) a farmi il biglietto; scendere dal bus pronto alla
partenza; sono un coglione; perdere il biglietto e trovarlo per terra
sul marciapiede; sono un coglione; oooooo si parte; ascolto I-Pod;
apro l'agendina, la guardo; chiudo l'agendina; ma mettono sempre lo
stesso film, come in Argentina?; ho sonno, dormo; mi sveglio, ndò
cazzo sto?; Murcia, sette anni fa, prima volta in Spagna, ricordi di
vera spensieratezza, di zarangollo, di assurro, di El Palomo e di Badulake;
Elche; Alicante e l'isoletta con i locali; Benidorm, che schifo
Benidorm; Valencia, Valencia 20 minuti dopo 4 anni, cazzo, quanto sei
bella Valencia, gente, sole, ping pong, prati, bici e Turia; il Nou Mestalla è rimasto a 4 anni fa; ci sto ancora sotto per Valencia,
tornerò, proverò utopicamente a viverci (seeeeeee, ma quando?); tramonto; ri-sonno; ndò
cazzo sto?; area di servizio Tarragona, incrociamo autobus diretto in
Marocco; Barcelona-Real in radio; mezzanotte, Barcelona; Taxi per la
Barceloneta; Oh Jò; “aò ma sei proprio un cojone”; che schifo;
casa in disarmo pre-trasloco; pasta fredda; Festa Saints in un parco;
Beverly Holes; “Bella Brendonè”; 6 di mattina; sveglia alle 3;
Playa de San Miguel; giochiamo a pallone con dei senegalesi a caso
per 2 ore; ahia il ginocchio; mi tieni lo zaino?; ciao Bibi;
bombardoni in spiaggia; in ciabatte a zonzo; mi allungo su un prato
all'inglese; Gotico, Rambla, Raval con I-Pod, penso; panino zozzone
buono da L'andaluz, Rambla de Raval (consiglio, andateci); acido
lattico, non mi sento i piedi; “ahò avemo svoltato la serata”;
francesi ventenni ubriache; non abbiamo svoltato la serata;
Ri-Festa a Sants; bordello allucinante; “fregno questa sì che è
una festa, altro che in Italia”; litro di birra a 4 euro;
bombardoni; Ehi Chipirron; sfatto; sveglia; me parlano solo in
catalano; adéu; giro con Sabrina; birra? No grazie; scorci non
turistici; birra? No grazie; El Born; birra? No grazie; che romantica
Plaza de Sant Felip Neri; birra? No grazie; verdure fritte; Parc de
la Ciutadella; birra? NO! Sicuri? Birra? NO!; “aò bella ve
raggiungo”; giri di bevute offerte in vari bar; Bar di Manu Chao
senza Manu Chao; mojito; birra? No grazie; ri-magno allo zozzone;
birra? Ne ho già una. Un'altra? NOONE!; rissacchione; bir..., quanti
cazzo di venditori di birra per strada ci sono a Barcelona, non
potevano esportarne una decina a Bologna?; tuona; finalmente fresco;
residui di cubate a casa; ultime puntate di Malviviendo; crollo;
sveglia; ciaciacia; vedere tutto in 3 ore; Sagrada Familia, Casa
Battlo, Parc Guell; Nou Camp o Gracia? Camp Nou non ho tempo; 5
minuti intorno al Camp Nou solamente per poter dire un giorno: “io
il Camp Nou l'ho visto”; non haaaai visto il Montjuic?! Vergogna!,
fa niente tanto ci torno; Cristo perdo il bus; preso per un pelo;
I-Pod scarico, bestemmie; ci sono le partite, c'è la linea wi-fi sul
bus, incredibile; ho il cellulare con internet, lo scopro dopo 8
mesi; la linea e/o il mio cellulare va/vanno di merda; ndò cazzo
stiamo? Ah alla stessa area di servizio dell'andata; cazzo perdono
tutti e due (Roma e Pescara), imprecazioni; la cicciona dietro di me
vomita in una busta; pareggio e sconfitta, ora posso dormire; mi
sveglio, ridormo mi risveglio; altro film de merda; 800 fermate in posti assurdi;
ripassiamo a Valencia ma è notte, non vedo nulla; dormo, ho le lenti,
le tolgo con le ultime forze; ridormo sto scomodo, mi sveglio;
ritardo di un'ora, tanto abbiamo fatto 28, facciamo 29 ore; arrivato
sano e salvo; casa; metto Barna tra i posti da rivedere per ulteriori
approfondimenti utopistici/di vita (seeeeeeee ma quando?).
mercoledì 29 agosto 2012
VIAGGIARE È UN PO' (MA VERAMENTE POCO) TORNARE: APPUNTI DISORDINATI DI VIAGGIO BREVE
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lunedì 20 agosto 2012
Momenti di Gloria - il pagellone olimpico (seconda parte) - Saeid Mohammadpourkarkaragh e i suoi fratelli
"io spaccarti studio di merda" |
Pallamano:
vincono
la Norvegia in campo femminile (a quanto pare i norvegesi fanno altri
sport oltre lo sci di fondo) e, in quello maschile, la Francia che
rappresenta l'equivalente pallamanistico
(si scriverà così?) della Spagna nel calcio .e vanta tra le sue
fila psicolabili di tutto rispetto.
Emozionante,
per quanto possa emozionare un italiano cresciuto a pane e calcio, i
quarti Francia-Spagna, risolti all'ultimo secondo da un rocambolesco
(scusate per il termine Pizzulesco)
gol francese di William Accambray, di cui ignoro vita, morte e
miracoli.
Hockey
su prato: sport
più o meno rassomigliante, come dinamica, al calcio. Si gioca in 11
contro 11, il campo è appena più piccolo di uno calcistico, ci sono
i falli, i cross, le punizioni, i portieri, ma non il fuorigioco.
Cosa sorprendente, a differenza
dell'hockey su ghiaccio, in cui mi rincoglionisco cercando di
focalizzare il disco, si vede la pallina, che ha le fattezze di
quella di gomma che tiri ai cani.
Fatto sta che a Londra i fatti
salienti (cioè i vincitori, Germania/maschile e Olanda/femminile)
passano in secondo piano, quando in Spagna ti bombardano con le
immagini di Pol Amat (credo la stella spagnola), infortunato causa
cartone sulla spalla da parte di un australiano. Addio sogno
olimpico.
Tristezza.
Ma,
bando allo scoramento, rifacciamoci un po' gli occhi con Las Leonas.
Judo/Taekwondo:
botte,
atterramenti, calci volanti, diverse categorie di peso,
giudici/segnapunti, ippon, democrazia sportiva (anche la Mongolia e
il Gabon sono andate a medaglia nel taekwondo).
Come spiegare in una dozzina di parole
sport millenari.
Pentathlon
moderno: unico
sport che non ho mai visto, ma mai proprio. Le discipline, che non
c'entrano nulla l'una con l'altra, sono tiro a segno, nuoto (che
nuoto? Dorso? Rana? Stile libero?), scherma, equitazione e corsa (che
corsa? N'do corrono?). Il problema è che sono sport sfigati,
televisivamente deboli, con pochi praticanti e meno pubblico.
Io proporrei, così, per movimentare
la questione: sparare cavalcando, fare scherma sott'acqua
(risparmiando sui rallenty), correre con la maschera da scherma
evitando quelli che sparano cavalcando.
Vela:
ricordare
le categorie olimpiche della vela è una vela impresa.
"Campione olimpico! Forza Austr... Pluf!" |
La classe è cosi (in) acqua che Tom
Slingsby, vincitore di qualche Classe, tipo la Classe Figura di
Merda, festeggia cappottandosi in acqua con tutta la barca.
Cose da far accapponare la pelle a
puristi come me e Cino Ricci.
Tiro:
aspettando
quello alla fune, che meriterebbe maggior rispetto (comunque sport
olimpico fino al 1920), qui si parla di carabina, pistola e tiro a
volo.
N'zomma,
si spara. In piedi, allungati, seduti, aspettando il piatto.
E,
come volevasi dimostrare, negli sport più inutili e violenti, noi
facciamo la voce grossa.
Se
non altro chi vince è degna di stima: Jessica Rossi, 20 anni, prima
nel trap femminile con record juniores, olimpico, mondiale e del
condominio: Essendo di Crevalcore, ha dedicato l'oro a tutti quelli
che come lei vivono nelle zone terremotate.
Occhio,
per chi abbia velleità amorose, a non farla incacchiare. Prendersi,
durante un litigio, i piatti più una schioppettata (la forza
dell'abitudine) non è mai bello.
Nuoto:
la
Pellegrini ha fatto schifo. Vero. E' antipatica. Vero. “Potrebbe
pensare più a nuotare che a fare pubblicità”. Vero. Ma anche no.
Essere
al top dopo 4 anni, confrontarsi con nuove avversarie e mantenersi a
livelli da record del mondo è estremamente improbabile.
Basta
guardare la fine della Manadou.
Magnini,
invece, pippa era, pippa rimane. Ha vinto sì un Mondiale, ma l'ha
vinto sette anni fa. Non è una sorpresa che non sia arrivato in
finale.
Certo,
poi il teatrino del reciproco scambio di accuse sulla preparazione
sbagliata è triste e stucchevole. E non capisco come Magnini,
dall'alto di non si sa cosa, si permetta di criticare i suoi compagni
di staffetta.
Resta
il fatto che qualcuno non è rimasto sui livelli spaziali di 4 anni
fa, ma sempre un Campione rimane.
Michael
Phelps.
Dopo
le prime batoste, tutti a gufare sulla sua completa “abdicazione”:
invece, ti va a vincere i 200 misti e i 100 farfalla, oltre due
staffette. E con queste fanno 68 medaglie vinte alle Olimpiadi.
Il
Campione si vede nelle difficoltà, nel perdere, nel come perdere e
soprattutto nel come rialzarsi. Più che nel stravincere ogni gara.
Le
polemiche non mancano con l'oro della sedicenne cinese Ye Shiwen, che
negli ultimi 100 metri dei 400 misti, è andata più veloce di Phelps
e Lochte. Dalla prossima estate, il traghetto per le Tremiti lo
traìna lei.
Ma
lo stupore per i risultati clamorosi cinesi non è cosa recente.
Ogni
tanto la storia del nuoto racconta di atleti che escono dal nulla e
frantumano ogni record possibile ed immaginabile.
Anche
la esile e non palestrata quindicenne lituana Ruta Meilutyte ha
vinto, con un tempo da umana, la medaglia d'oro dei 100 rana.
Io
a 15 anni nuotavo ancora a “cagnolino”.
Nuoto
sincronizzato: il
mio rapporto con il nuoto sincronizzato nasce e muore durante i
Mondiali di Montreal del 2005, quando vidi, leggiadra, Virginie Dedieu vincere, sulle note di “It's so quiet” di Bjork. Emozioni
che nessuna finale all'ultimo sangue di dressage potrà mai darmi.
In
questa disciplina, il mio spirito critico/naif da giudice di gara, si
è riproposto con presunzione: ho analizzato molto approfonditamente
le eliminatorie, con il sopracciglio arquato alla Ancelotti,
criticando la non sincronizzazione delle coppie in gara, la
coreografia e la musica d'accompagnamento (es:“mmm bella questa
musica flamencheggiante, ma non indicata per la coppia austriaca”).
Ho
toppato, miserevolmente, tutti i miei pronostici di classifica.
Tennistavolo:
l'amato
ping pong. Nei Giochi Olimpici sono tutti cinesi.
I
cinesi sono (giustamente) cinesi, gli italiani sono cinesi, gli
spagnoli sono cinesi, i portoghesi cinesi. Insomma se non sei cinese
non sei nessuno. Non ti fanno giocare.
“-
Buonasera, sono fortissimo a ping pong. - Ah ma lei non è cinese o
di etnia mandarina. Almeno è mai stato in Cina? - Ehm no. - Allora
niente, vada a fare i Giochi del Mediterraneo, per cortesia.”
Scherzi
a parte, le uniche due medaglie non asiatiche, sono due bronzi
tedeschi.
Ma
non li hanno nemmeno fatti salire sul podio.
Tennis:
profanazione
del bianco/Wimbledon a parte, sono rimasto anch'io incantato dalle 4
ore e 26 ore della semifinale tra Federer e Del Potro. Forse motivo
per cui Roger sia arrivato spompato alla finale con Murray,
perdendola 3 set a 0 (cappotto senza combattere, cosa mai successa
prima).
Però
mi vorrei soffermare sull'inutilità del doppio misto, unica
specialità olimpica che non esiste nella realtà. A che pro regalare
medaglie così? Perché a questo punto non fare il doppio con
manichino? O la gara di ciclismo in graziella con un cane sul
cestino?
Triathlon:
nuota,
vai in bici, corri. E fai tutto di seguito. Auguri.
Pallavolo:
“stù
sturdillit di Vermiglio!”.
"Mo fà il primo tempo. Ecc li sapev, murato. Ni joc mai con gli opposti" |
Per
la prima in vita sua, visto che non c'era, a Vermiglio non hanno
fischiato le orecchie durante un'Olimpiade.
Siamo
comunque arrivati terzi, sconfitti, stranamente, da un Brasile
stratosferico (sono anni che non li battiamo) che, non so come, ha
perso in finale 3-2 contro la Russia dopo aver sprecato 2 o 3 match
ball.
In
campo femminile solita eliminazione ai quarti per l'Italia contro la
Corea del Sud, sospinta dall'opposto/dentista (o igienista dentale,
come si usa di questi tempi) Pakka Doo Ikka.
Pallanuoto:
qualcosa
lo vinciamo sempre, forse perché siamo un popoli di navigatori
(oltre che di santi e poeti) e ci piace il mare e il pallone, che
insieme fanno la pallanuoto.
Finale,
unica negli sport di squadra, per la squadra maschile, sconfitta
dalla Croazia di Ratko Rudic, dopo aver battuto i Campioni
Olimpionici (Ungheria) e quelli Mondiali (Serbia) in carica.
Forse
un peccato aver eliminati i serbi, che avrebbero sportivamente
combattuto una tranquilla e decoubertiana
finale contro gli amatissimi cugini croati.
Ma
l'idolo, il personaggio principe di queste Olimpiadi è lui: Saeid
Mohammadpourkarkaragh, 19 anni, iraniano.
Bizzarra
la sua convocazione.
“-
Mohammadpourkarkaragh! - Si dica, ci conosciamo? - Sono il
selezionatore del sollevamento pesi. Senta, vuole fare le Olimpiadi?
Con il suo cognome andremo dritti dritti verso la colonna di destra
di Repubblica. - Perché no, in fondo se mi dice culo un servizio su
Studio Aperto non me lo toglie nessuno.”
Lotta
greco-romana (in inglese wrestling):
alla lettura, sul sito ufficiale di Londra 2012 della parola
wrestling, sono stato 5 minuti, basito, a riflettere.
Ma
dai, c'è il wrestling.
Un
sogno che diventa realtà.
Dan
Peterson in telecronaca. Americani scemi con la manona di gomma con
il numero 1 e i vari cartelli “Mario (nome fittizio) sucks”.
Ultimate Warrior medaglia d'oro, British Bulldog argento e Rey
Misterio bronzo.
Poi
dopo capisci che sarebbe la lotta greco-romana e il fomento finisce.
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venerdì 17 agosto 2012
Momenti di Gloria - il pagellone olimpico (prima parte) - Jesi alla conquista dell'Universo
Nel mio piccolo, ho i miei personali e
immancabili momenti di gloria o non gloria olimpici.
Così, per variare, e per far
fuoriuscire la mia onniscenza sportiva da tutti i pori, ne citerò
alcuni per ogni sport.
Arco:
vabbé
facile, lo sport per eccellenza dell'uomo qualunque, dove una banda
di uomini con la panza vince l'oro a squadre. A me fa impazzire Marco Galiazzo, già vincitore 8 anni fa ad Atene. Se lo incontrassi per
strada lo scambierei per uno della Pupa
e il Secchione,
invece è pluri-olimpionico.
E io no.
Forse perché mangiare arrosticini non
è uno sport riconosciuto dal CIO. Anzi, non è uno sport.
Atletica:
ampio
il panorama, farò più nomi.
Bolt,
of
course,
l'unico che mi ha fatto strillare daaaaajjeeeeee
siiiiiiiii (con
annessa esultanza alla Terim).
Lo
amo alla follia, perché non è gonfio come un canotto ed è un
“cazzone”, che semplicemente si diverte.
E se perde, perché fa il “cazzone”,
non fa drammi.
Mohamed Farah, vincitore dei 5000 e
10000 metri, nato in Somalia, musulmano, tifoso dell'Arsenal, esempio
vincente di integrazione.
Cose che noi ci sognamo, ancora
concentrati a discutere di Balotelli, che tra le altre cose è nato a
Palermo ed è più bresciano di Fabio Volo.
David
Rudisha, vincitore degli 800 metri con record del mondo, primo uomo a
rompere il muro del 1'40
(e voi direte: “e stì cazzi?”). Va più veloce lui che il 38
barrato.
Manteo
(sì, si chiama Manteo e non Matteo) Mitchell, staffettista
statunitense della 4X400, ha corso in batteria per 200 metri con il
perone rotto. Ma uno come fa a correre con il perone rotto? Non ti
viene da mandare tutti a quel paese e tirare testate per terra per il
troppo dolore? Ho sempre pensato che solo Daniel-San, con l'indispensabile aiuto del Maestro Miyagi, potesse fare sport con una gamba spezzata.
Valeria
Straneo, ottava nella maratona, uno dei miglior risultati tecnici
italiani di tutta l'Olimpiade.
Da
film americano indie/sportivo
(indie nel senso che comunque non vince) la sua storia: inizia a
correre a livello agonistico dopo aver scoperto
una malattia genetica, la sferocitosi, che modifica la forma dei
globuli rossi e causa l’anemia. Non avendo fatto abbastanza il
pieno di sfighe, nel 2010 ha ricominciato a correre dopo
un’operazione di asportazione della milza. Alla sua seconda
maratona si è qualificata alle Olimpiadi.
Esempio,
alla Nothing
is impossible,
di come allontanare da noi stessi i concetti di alibi e avversità.
Brava.
Caso
Schwarzer: ha fatto una cazzata, ma almeno ha avuto la forza di
confessarla subito, senza manfrine. Ci sono delle regole, se le
infrangi paghi. Stop. Lui lo sa.
Basta
“sparagli” sentenze addosso.
I
bambini, i giovani, non devono essere educati dagli sportivi, per
quanto vincenti e con la faccia da bravo ragazzo, ma dalla loro
famiglia.
Badminton:
sport
che in Italia vanta la bellezza di 12 tesserati, sale alla ribalta in
queste Olimpiadi per il “biscotto” nel doppio femminile tra le
cinesi e le coreane del sud, tutte squalificate immediatamente.
E,
si sa, quando c'è odore d'inciucio,
in Italia si sprecano fiumi di inchiostro e si usurano tastiere.
Parleremmo
addirittura di casi di combine nel badminton.
Ah
no, ne abbiamo effettivamente parlato.
Basket:
vittoria
a sorpresa degli Stati Uniti che, trascinata da giovani carneidi di
belle speranze, batte l'altra grande sorpresa Spagna, in una finale
inedita.
Che
poi la Spagna è protagonista del secondo caso di “biscotto”
olimpico, decidendo di perdere deliberatamente col Brasile di Thiago
Silva e Neymar, per evitare Gli USA in semifinale.
Purtroppo
il basket non ha lo stesso potere mediatico del badminton e di questa
storia se ne è parlato poco o nulla.
Beach
Volley: qui
gioco in casa. L'unico abruzzese alle Olimpiadi, Paolo Nicolai, fino
a pochi anni fa lo vedevo allenarsi nel palazzetto del mio paese.
Giocava
in serie C di pallavolo, io (giocavo mi sembra una parolona) in serie
D di calcetto e mi allenavo dopo il volley.
A
18 anni tirava già così forte in battuta, che in me nasceva un
senso di empatia verso il pallone Molten tricolore.
Ebbene,
l'unico atleta a Londra che ho mai visto dal vivo, in coppia con
Daniele Lupo (perché sennò pare giochi da solo) è arrivato ai
quarti, dopo aver battuto negli ottavi i Campioni Olimpionici in
carica Rogers/Dalhausser.
Io
ho visto solo i quarti, in cui hanno perso. Erano in vantaggio nel
secondo set, ho attivato lo streaming, e in tre minuti hanno perso.
Tanta
fortuna.
"Ciao Jose, perché combattere, fatti abbracciare" |
Boxe:
le
note dolenti, non nel senso delle mazzate che si danno. Si è parlato
molto del furto subito da Cammarelle in finale, ma nell'unico
incontro che ho seguito si è fatto molto di peggio.
Nella
terza ripresa, con Russo in vantaggio in maniera quantomeno
discutibile, non si è combattuto. L'italiano ha deciso, in un impeto
di affetto, di comportarsi da fratellone maggiore e ha ripetutamente
abbracciato il cubano, che, vedendo frustrati i suoi tentativi di
dare fuoco alla madre (giuro, ho letto il riassunto della prima
puntata di Fratello
Maggiore),
provava a pestarlo, senza risultato.
Morale della favola: pubblico inglese
che urla CUBA CUBA e figura di merda per Russo.
Se lui può cambiare, tutto gli altri non cambiano.
Canoa/Canottaggio:
sport oramai orfano della
telecronaca di Galeazzi, verrà ricordato per la debacle azzurra.
Anzi, ripensandoci, è da quando non ci sono più gli Alè
e
i 116/118 di Bisteccone
che non vinciamo una mazza.
Un
misero argento nel due di coppia e polemiche a non finire per il
clima pesante che si respirava in ritiro. A farne le spese il C.T.
Di Capua, che sinceramente non so se sia il mitico Peppinielllo degli
Abbagnale.
La
soddisfazione arriva nella canoa slalom, l'oro di Molmenti è l'unico
non violento
(cioè l'unico ottenuto senza armi) di tutte le Olimpiadi. Per
festeggiare ha invitato Flavia Pennetta a cena. Lei ha detto sì.
Mica
scemo.
Ciclismo:
allora, nel ciclismo su pista
vincono gli inglesi. Non sapevo (o mi ero dimenticato di sapere) ci
fosse la categoria Bmx, dove spadroneggiano i colombiani (!?).
Nella
corsa su strada stranamente ha vinto un ex-dopato.
Ma
l'impresa è nella mountain-bike, dove lo spirito fantozziano
si è impossessato della bici di Marco Aurelio Fontana da Giussano.
Negli ultimi due km il sellino bersaglieramente
si rompe, costringendo l'italiano ad un'impresa leggendaria: fare gli
ultimi chilometri sui pedali, in salita, dopo aver comunque già
battagliato per una ventina di km di saliscendi.
Fenomeno
vero, il Ragioner Filini sarebbe stato fiero di lui.
Tuffi:
dominano da sempre i cinesi,
virtuosi delle piroette e dei carpiati rovesciati con doppio
avvitamento. Noi da anni abbiamo una campionessa vera, brava, bella
(non è la Pellegrini) che non limona a bordo vasca (l'avevo detto
che non era la Pellegrini) col primo tuffatore palestrato ex-isola
dei famosi.
Tania
Cagnotto, per sua sfortuna, è sfortunata.
Ha
perso il bronzo per 20/100 di punto. Non si è lamentata. Ha pianto.
Si è sfogata.
E
poi ha detto che non fa nulla e che la vita vera è un'altra.
Pare
banale, ma immaginate se fosse capitato ad Andrea Agnelli (che
potrebbe gareggiare solo a mister sopracciglio). Avrebbe fatto
stampare sul costume “terzo sul trampolino”.
Sport
equestri: il dressage.
E
ho detto tutto.
Iniziate a tremare |
Scherma:
meno male che c'è la scherma,
sennò avremmo la metà delle medaglie.
Ma
c'è sempre un mistero che attanaglia la mia mente.
Perché
tutte le schermitrici sono marchigiane? Ve lo siete mai chiesti?
A
Jesi che mangiano? Nel corredo per i neonati c'è un fioretto?
Nell'ora
di educazione fisica fanno scherma? Per saldare usano la maschera da
schermidore?
E
se le guerre fossero combattute con il fioretto, Jesi conquisterebbe
l'Universo?
No,
perché dopo un po' due domande uno se le fa.
La vaccata |
Calcio:
il calcio alle Olimpiadi è
come il tamburello: non se l'incula nessuno.
La
nota saliente è che il Brasile perde ogni volta in finale.
Però
vincono sempre squadre simpatiche (simpatiche a me): Nigeria,
Camerun, Argentina e, a Londra, il Messico.
In
campo femminile, in Corea del Nord-Colombia, si registra la
cappellata dell'anno: sui tabelloni, durante le formazione, appare
per sbaglio la bandiera di una Corea a caso, quella del Sud.
Panico
ad Hampden: la sempre tranquilla delegazione coreana del nord si
rifiuta di scendere in campo. Dopo un'ora, e con la promessa di
innalzare una statua di Kim Jong-Il alta 60 metri davanti agli
alloggi dei coreani del sud, la partita ha inizio.
Ginnastica
(ritmica e artistica): sport
bestiale, da Veri Atleti. Sono rimasto sempre affascinato
dall'all-around: tutti fanno tutto.
Cioè
come se chiedessero a Bolt di correre, poi saltare con l'asta, poi
tirare il giavellotto, poi fare il triplo e poi basta, non ce la fai
più.
Kohei Uchimora controlla se il suo taglio è simpatico |
A
Londra ha vinto un giapponese con i capelli simpatici da giapponese,
Kohei Uchimura, mentre tra le donne ha trionfato l'americana
Douglas.
Degni di menzione l'olandese Zonderland che ha vinto alla sbarra (unica volta che ho visto una finale di sbarra in vita mia) e tutti quelli che fanno volteggio, la disciplina più spettacolare.
Degni di menzione l'olandese Zonderland che ha vinto alla sbarra (unica volta che ho visto una finale di sbarra in vita mia) e tutti quelli che fanno volteggio, la disciplina più spettacolare.
Nemmeno
da Amici di Maria
saltano così.
Intanto,
nel corpo libero femminile, si riconsuma la tragedia stile-Cagnotto:
Vanessa Ferrari arriva terza a pari merito. Ma per una regola
stronza, fatta di coefficienti di difficoltà, la retrocedono in
quarta posizione.
Nella
ginnastica ritmica, in cui si tirano palle in aria, si roteano nastri
danzando e si lanciano claviette stile giocoliere, la squadra
femminile italiana vince il bronzo.
In
verità erano arrivate quarte, poi i giudici hanno saputo che la
Ferrari era sugli spalti e, per farla rosicare ancora di più, hanno
cambiato la classifica.
(continua)
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vanessa ferrari.
mercoledì 15 agosto 2012
Momenti di Gloria - Combo olimpiche
Le
Olimpiadi per ogni buon sportinomane
sono motivo di gioia e scoperta.
Ogni quattro anni scopro sport che
avevo rimosso quattro anni prima, divento giudice di nuoto
sincronizzato e ginnastica e mi sorbisco sport televisivamente
assurdi, solo per il gusto di vedere lo spirito decoubertiano in
azione.
Ora, per ragioni di tempo e di
possibilità dell'etere/internet non ho visto molte gare.
Però,
dovendo assettare il mio patriottismo sportivo qualunquista, ho
creato combo diaboliche alla AlfredoProvenzali per
perdermi il meno possibile in quel lasso di tempo in cui ho
cazzeggiato spaparanzato sul divano (che ahimè è scomodo,
ma questo è un altro discorso):
direttagazzetta+streaming
Rai (su qualche sito pirata)+Rtve.
Diretta gazzetta, oltre a vantare una
rima di tutto rispetto, mi ha informato sui risultati dell'hockey su
prato, su chi ha vinto il bronzo del badminton e su cosa hanno fatto
gli italiani in gara.
Non
appena leggevo di qualche italiano in odore di medaglia, partiva lo
streaming Rai e in unmenchenonsidica,
ero sul campo di gara, pronto a commentare acidamente il tiratore che
mò sbaj' o
i nuotatori che sono
dei cessi (su
di loro ci ho preso).
Non sono un gufo, sono scaramantico e,
in più, ho la sicurezza di colui a cui di base, di vincere più
medaglie della Corea del Sud non importa nulla (diverso il discorso
calcistico, ho rischiato di sfasciare un telecomando per questo).
In ogni caso, vedere l'atletica
commentata da Franco Bragagna ti dà un'altra prospettiva del gesto
atletico.
La Rtve, cioè la Televisione di Stato
Spagnola, faceva da sottofondo: mediamente la programmazione è
quella Rai con al posto degli italiani, gli atleti spagnoli in odore
di medaglia (in verità pochi). Quindi mi sono sorbito ore di vela e
taekwondo, oltre agli immancabili sport di squadra, terra di
conquista iberica.
La differenza sostanziale tra Rai e
Rtve è che gli spagnoli utilizzano le quote rose anche per i
telecronisti e/o presentatori dei vari approfondimenti.
La maggioranza delle telecronache sono
di donne, più competenti dei corrispettivi italiani e, soprattutto,
meno faziose e campaniliste dei nostri (senza bisogno di ricorrere
alla brillante, nel senso di catarifrangente, Paola Ferrari).
Onore a loro.
Anche perché ho l'incubo ricorrente
di vedere qualunque sport con il sottofondo di Collovati o Gentili. A
volte, in questi ultimi due mesi, ho sognato D'Amico che snocciola a
memoria la formazione della Polonia sbagliando tutte le pronunce.
Poi mi sveglio urlando.
(continua)
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lunedì 6 agosto 2012
EEEEEEEEE MARACENA
Il
mio rapporto con la Spagna è a scadenza olimpica: ci vado a vivere
ogni quattro anni.
Mi
trovo catapultato qui causa Progetto Leonardo e, per lo meno fino al
21 ottobre, non mi schioderò da Maracena.
Fino
a due settimane fa, Maracena significava per me mia madre che sbaglia
la pronuncia di macarena.
Invece,
per coloro che non lo sapessero, cioè tutti, Maracena è l'estrema
periferia di Granada.
Praticamente,
se avessi fatto il Leonardo a Bologna, avrei abitato a Granarolo, se
mi avessero mandato a Pescara avrei vissuto a Collecorvino (nemmeno a Montesilvano) e via
dicendo.
Il
paesino è un paesino (dormitorio) tipico:
non c'è nulla, non ci sono monumenti, la vita scorre tranquilla, ci
sono i matti del paese (qua ha anche due cani), i vecchi si siedono
sulle panchine a guardare la gente e a fare commenti del tipo ssi
giuv'n di mò nin tenn 'cchiù rispett,
i coatti con le macchine truccate sgommano e tirano il freno a mano con la musica ad alto
volume e, in generale si respira un clima di
cordialità e cortesia.
Insomma,
la provincia.
Se
non fosse che qui la gente ha voglia di uscire, di sedersi la sera
anche solo per prendere una birra, una tapa, di fare due chiacchiere.
Silvio
direbbe Spagna in crisi? I ristoranti sono pieni;
effettivamente la situazione è drammatica, ci sono proteste e
scioperi ogni giorno e la disoccupazione è a livelli ben più peggiori
che da noi, ma, come dicono da queste parti, piuttosto che
bere tre birre ne beviamo una.
Non
piangersi addosso, essere positivi, comunque godersela nelle
possibilità.
Guardo
tutto ciò con gli occhi dell'uomo qualunque, del neofita, come prime
impressioni guardinghe e inevitabilmente superficiali. Fra una decina
di giorni, quando inizierò a lavorare (presumo in una casa di
produzione), mi farò un'idea più precisa.
Per
ora, la mia idea, una sorta di auto-convincimento magari sbagliato, della “forma mentis”, dello
stile di vita della provincia spagnola, mi è da sprono e mi fomenta
per il futuro.
Anche
se tutti mi hanno detto che cazzo vai a fare in Spagna.
Anche
se quando mi affaccio non vedo l'Alhambra, ma il campo sportivo di
Maracena.
Anche
se non ho il telecomando (e quindi il televideo) e per cambiare
canale devo alzarmi dal divano.
Anche
se la mia dieta anti-carboidrati si andrà a farsi benedire.
Anche
se dopo questi tre mesi tecnicamente non ho ancora un futuro certo.
Ma
chi lo ha.
domenica 5 agosto 2012
INCIPIT
L'altroieri,
sopraffatto dall'afa pomeridiana, ho deciso di aprire per la
sessantesima volta un blog.
Spiaggiato sul
letto, e colto da improvvisa illuminazione, ho pensato che forse la
fase di cambiamento che attraverso meriti di essere irradiata sul
web.
Anche perché ho
voglia di scrivere, almeno dall'altroieri (ma potrebbe durare fino a
domani).
La classica
rottura tra passato e presente per me è rappresentata dalla morte di
Mister Wiggles, orsacchiotto-fumetto stronzo e maniaco, conosciuto
in Italia per le sue strisce su Internazionale.
Pochi
giorni dopo cotale tragedia, muore “a'unisono” l'orsacchiotto che
è in me.
Detta
così è inquietante.
Ma
metaforicamente, come una liberazione, uno dei 700 soprannomi che mi
porto dietro non ha più ragione di esistere.
Addio
Mister Wiggles.
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