Le
Olimpiadi per ogni buon sportinomane
sono motivo di gioia e scoperta.
Ogni quattro anni scopro sport che
avevo rimosso quattro anni prima, divento giudice di nuoto
sincronizzato e ginnastica e mi sorbisco sport televisivamente
assurdi, solo per il gusto di vedere lo spirito decoubertiano in
azione.
Ora, per ragioni di tempo e di
possibilità dell'etere/internet non ho visto molte gare.
Però,
dovendo assettare il mio patriottismo sportivo qualunquista, ho
creato combo diaboliche alla AlfredoProvenzali per
perdermi il meno possibile in quel lasso di tempo in cui ho
cazzeggiato spaparanzato sul divano (che ahimè è scomodo,
ma questo è un altro discorso):
direttagazzetta+streaming
Rai (su qualche sito pirata)+Rtve.
Diretta gazzetta, oltre a vantare una
rima di tutto rispetto, mi ha informato sui risultati dell'hockey su
prato, su chi ha vinto il bronzo del badminton e su cosa hanno fatto
gli italiani in gara.
Non
appena leggevo di qualche italiano in odore di medaglia, partiva lo
streaming Rai e in unmenchenonsidica,
ero sul campo di gara, pronto a commentare acidamente il tiratore che
mò sbaj' o
i nuotatori che sono
dei cessi (su
di loro ci ho preso).
Non sono un gufo, sono scaramantico e,
in più, ho la sicurezza di colui a cui di base, di vincere più
medaglie della Corea del Sud non importa nulla (diverso il discorso
calcistico, ho rischiato di sfasciare un telecomando per questo).
In ogni caso, vedere l'atletica
commentata da Franco Bragagna ti dà un'altra prospettiva del gesto
atletico.
La Rtve, cioè la Televisione di Stato
Spagnola, faceva da sottofondo: mediamente la programmazione è
quella Rai con al posto degli italiani, gli atleti spagnoli in odore
di medaglia (in verità pochi). Quindi mi sono sorbito ore di vela e
taekwondo, oltre agli immancabili sport di squadra, terra di
conquista iberica.
La differenza sostanziale tra Rai e
Rtve è che gli spagnoli utilizzano le quote rose anche per i
telecronisti e/o presentatori dei vari approfondimenti.
La maggioranza delle telecronache sono
di donne, più competenti dei corrispettivi italiani e, soprattutto,
meno faziose e campaniliste dei nostri (senza bisogno di ricorrere
alla brillante, nel senso di catarifrangente, Paola Ferrari).
Onore a loro.
Anche perché ho l'incubo ricorrente
di vedere qualunque sport con il sottofondo di Collovati o Gentili. A
volte, in questi ultimi due mesi, ho sognato D'Amico che snocciola a
memoria la formazione della Polonia sbagliando tutte le pronunce.
Poi mi sveglio urlando.
(continua)
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